15 vittime e oltre 7 miliardi di danni. È questo il bilancio, destinato a salire, dei sette giorni di alluvione che hanno colpito soprattutto l’Emilia-Romagna. La catastrofe ha avuto risonanza a livello europeo e mondiale ed è atteso nella giornata del 25 maggio l’arrivo a Bologna della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ad accoglierla ci sarà la premier Giorgia Meloni che con lei sorvolerà in elicottero le aree colpite dall’alluvione e la accompagnerà a visitare Cesena. Intanto però il governo apre uno scontro politico sulla nomina del commissario all’emergenza.

I primi aiuti – Il governo ha approvato il 23 maggio il decreto legge alluvioni con stanziamenti pari a 2 miliardi, con la collaborazione del presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e delle parti sociali, e ha convocato per le 18 del 25 maggio un consiglio dei ministri straordinario per discutere di ulteriori interventi. Nella stessa riunione non si è arrivati però a una decisione sul commissario per la ricostruzione della Regione: sembra che la Lega di Matteo Salvini si sia opposta al nome di Bonaccini. Il governo pare compatto sulla posizione del vicepremier, ma al momento Meloni non ha ancora indicato una possibile alternativa.

Commissario – In casi di straordinaria necessità ed emergenza si usa quasi sempre, per ragioni pratiche e di conoscenza del territorio, affidare ai presidenti di Regione la carica di commissario straordinario per l’emergenza e la ricostruzione. Era accaduto a Giovanni Toti, presidente della Liguria in quota centrodestra, per il crollo del Ponte Morandi del 2018 così come in Piemonte l’incarico era stata affidato al presidente della Regione Alberto Cirio (Lega) dopo l’alluvione del 2019. A difendere la necessità della scelta di Bonaccini è sceso in campo lo stesso Giovanni Toti che, in un’intervista a La Repubblica, ha detto: «Il commissario per l’emergenza deve essere il presidente della Regione, o il sindaco di una città per un territorio più piccolo, altrimenti si va contro la volontà popolare, che ha affidato a quelle persone la gestione di quel territorio».