Dopo gli scontri di sabato tra manifestanti antifascisti e Polizia a seguito delle manifestazioni di Casa Pound a Bologna, nella serata di lunedì 11 novembre Giorgia Meloni chiude nel capoluogo emiliano la campagna elettorale del centro-destra in Emilia-Romagna. Sul palco, insieme alla presidente del Consiglio, intervengono anche i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, la candidata alla presidenza della Regione di Fratelli d’Italia Elena Ugolini e il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. Intanto, in attesa del voto che si terrà domenica 17 e lunedì 18 novembre, la maggioranza accura l’opposizione di tacere sui fatti di sabato. Un’accusa rinviata al mittente dal sindaco del Pd Matteo Lepore, che ha voluto riportare l’attenzione sulla recente alluvione e sui fondi richiesti dalla Regione e ha accusato il governo di aver inviato «le camicie nere» proprio nei giorni a ridosso delle elezioni.

La chiusura della campagna elettorale – Oltre a Ugolini, corrono per la carica presidenziale anche Luca Teodori, sostenuto dalla lista civica “Lealtà, Coerenza, Verità”, Federico Serra, candidato dell’estrema sinistra, sostenuto da Potere al Popolo, Pci e Rifondazione Comunista e Michele de Pascale, il candidato del centrosinistra sostenuto dal Partito Democratico, dal Movimento Cinque Stelle e da Alleanza Verdi-Sinistra. Quest’ultimo, in particolare, ha esplicitamente condannato le violenze in piazza e riferendosi al raduno di Casa Pound ha aggiunto: «Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte e non andrebbero autorizzate manifestazioni che hanno finalità di apologia del regime fascista».

Le parole della maggioranza – La nota della presidente Meloni, con cui ha condannato le violenze esprimendo solidarietà per la polizia e accusando la sinistra di «foraggiare questi facinorosi», ha contribuito ad alimentare le polemiche, a loro volta accentuate dalle imminenti elezioni regionali. Proprio durante l’evento di un’altra campagna elettorale, quella della regione Umbria, in cui si voterà tra una settimana, domenica Salvini è tornato sulla vicenda promettendo che chiederà al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di chiudere «questi centri sociali occupati dai comunisti», definiti «covi di delinquenti».

Il sindaco di Bologna – Anche Lepore ha commentato i fatti del weekend, accusando il governo di mancanza di rispetto nei confronti della storia di Bologna, ma soprattutto di indifferenza verso la richiesta di fondi per l’alluvione e di strumentalizzazione politica degli scontri. Il primo cittadino in attesa del comizio di oggi ha invitato nuovamente la presidente e l’intera coalizione di centro-destra a occuparsi dell’emergenza climatica e ambientale della Regione, ed è tornato all’attacco della Prefettura: secondo quanto riporta il Corriere della Sera, per il sindaco la manifestazione è stata permessa nonostante la contrarietà del Consiglio comunale. «Mi dispiace che la Prefettura abbia fatto un comunicato per dire il contrario», accusa Lepore. E specifica: «Ringrazio gli uomini che hanno lavorato sul campo, ma si doveva fare un lavoro diverso. Il ministero dell’Interno credo debba darci delle spiegazioni».