Guglielmo Epifani

Guglielmo Epifani, segretario Pd (foto Ansa)

“Dobbiamo avere più fiducia in noi stessi”. L’invito segue di un giorno un altro appello della politica: l’Italia non deve diventare di nuovo “oggetto di scherno e alzate di spalle”. La fonte è ancora una delle massime espressioni del Pd, questa volta Guglielmo Epifani, segretario del partito da due settimane, che il 22 maggio è intervenuto a una riunione del gruppo Pd della Camera.

Nessun ottimismo gratuito. “Il governo non può fare miracoli, non ha un euro, bisogna che lo dica”, precisa Epifani. Eppure una soluzione esiste. “Non siamo alla fine di un tunnel ma ad un bivio: si può rimanere nel tunnel se non si fa niente o si può avviarsi a uscire dal tunnel con politiche adeguate”. E una nuova legge elettorale, su cui il segretario avverte: “Attenti a fare solo modifiche al Porcellum”. Come quelle che potrebbero arrivare in attesa di una vera riforma.

In realtà, secondo quanto trapela dal vertice tra governo e maggioranza in corso in queste ore a Palazzo Chigi, si tratta di due percorsi da avviare in parallelo. Da una parte, entro l’estate, la correzione del premio di maggioranza, forse nel senso di un innalzamento del numero di voti necessario per ottenerlo (il 40% del totale, avrebbe proposto il Pdl Renato Brunetta), sia alla Camera sia al Senato. Dall’altra, il più lungo percorso delle riforme istituzionali, che verrà inaugurato mercoledì 29 maggio.

Giuliana Gambuzza