Riccardo Magi (ANSA)

Votare è un diritto, ma per 5 milioni di elettori fuorisede diventa un’odissea: da quattro a dodici, le ore che impiegano per tornare a votare nel proprio luogo di residenza. É da questa necessità che nasce la proposta di legge depositata da Riccardo Magi, segretario di +Europa. Da oggi, 9 marzo, è iniziato il ciclo di audizioni in commissione Affari costituzionali della Camera che valuterà il provvedimento

La proposta – Solo alcune categorie specifiche ( tra cui i militari e i ricoverati in ospedale o in una casa di cura) possono votare in Italia come fuorisede. « É proprio dalle regole che vengono applicate per queste categorie che parte l’idea della nostra proposta.- spiega lo stesso Magi a La Sestina– Le persone che, per motivi di lavoro o di studio, hanno il domicilio diverso dalla residenza potranno fare la richiesta di voto utilizzando la stessa modalità prevista oggi per i militari (voto nel comune in cui si presta servizio, previa esibizione della tessera elettorale rilasciata dal comune di residenza, ndr). Nel disegno abbiamo valutato anche la possibilità di effettuare la richiesta tramite SPID, anche se sappiamo che lì il tema sul suo utilizzo è più delicato». Il voto con queste modalità sarebbe previsto per le politiche, le europee e i referendum.

Criticità – Il progetto di legge cerca di superare le difficoltà evidenziate nella precedente proposta del cosiddetto voto anticipato presidiato, presentata da Marianna Madia del Pd. Questa modalità di suffragio, utilizzata in alcuni stati europei tra cui la Danimarca, prevede che vengano individuate delle sedi apposite (poste o commissariati) in cui le persone che hanno fatto richiesta si devono recare un giorno prima del voto a livello nazionale. Gli elettori possono esprimere la  preferenza solo per i candidati delle liste del loro comune di residenza e non di quello del domicilio. La loro scheda viene in seguito, tramite una procedura specifica, inviata al seggio di residenza. «Io stesso – dice ancora Magi – avevo appoggiato la proposta di Madia, ma quella di +Europa permette di superare le criticità evidenziate. Gli elettori fuorisede voterebbero lo stesso giorno e nelle stesse sedi dei residenti, esprimendo una preferenza per i candidati del loro domicilio. É giusto che chi vive per lavoro o per studio in un certo luogo possa votare i candidati del territorio in cui trascorre la maggior parte del suo tempo», spiega Magi.

L’ appoggio – Per il segretario di +Europa la proposta risponde a una necessità democratica del Paese e, visto che a livello tecnico non dovrebbe presentare particolari problemi, si augura che: «l’appoggio arrivi dalle opposizioni, ma anche dal governo. Non si tratta di una proposta con un connotato politico, ma che è utile alla democrazia. L’Italia è uno degli ultimi paesi europei a non avere questa legge».

Italia tra gli ultimi – Italia, Cipro e Malta sono gli unici paesi membri dell’Unione europea a non garantire il voto agli studenti e ai lavoratori fuorisede. In Spagna, Lussemburgo, Germania, Irlanda, Austria, Ungheria, Slovenia, Regno Unito e Polonia, per esempio, il voto avviene per corrispondenza. Francia, Belgio, Polonia, Paesi Bassi e Svezia, invece, prevedono il voto per delega.