Manca più di un milione di euro nel fondo per il microcredito dei Cinque Stelle. Un buco che potrebbe diventare voragine a meno di un mese dalle elezioni. «La notizia, in un Paese normale, è che il Movimento 5 Stelle ha restituito 23,1 milioni di euro di stipendi. Quei soldi hanno fatto partire 7mila imprese e 14mila lavoratori. Non sarà qualche mela marcia a inficiare questa iniziativa che facciamo solo noi e, come sanno gli italiani, da noi le mele marce si puniscono sempre», commenta il candidato premier Luigi Di Maio. Ma dopo aver coinvolto i parlamentari uscenti Andrea Cecconi e Carlo Martelli, la “Rimborsopoli 5 stelle” potrebbe allargarsi ad almeno altri otto politici del Movimento. Gli avversari politici hanno già approfittato dello scivolone. «Hanno ancora il coraggio di parlare, fanno peggio di quello che attribuiscono ai loro nemici», ha detto Vittorio Sgarbi, avversario di Luigi Di Maio nel collegio di Pomigliano d’Arco. Duro l’affondo di Matteo Renzi: «I Cinque stelle hanno riempito le liste di candidati scrocconi, truffatori e massoni? Serve una risposta chiara: onestà», ribaltando lo slogan dei pentastellati.

Cosa è successo.  L’11 febbraio il programma “Le Iene” pubblica sul proprio sito un servizio in cui un ex attivista del Movimento parla di “furberie imbarazzanti” per quanto riguarda il rimborso di parte del proprio stipendio dei politici pentastellati. È uno dei punti di forza della loro campagna elettorale. Alessandro Di Battista, durante l’intervista televisiva nello studio di Barbara D’Urso del 21 gennaio scorso, aveva portato con sé la fotografia di due ragazzi che hanno aperto un bar grazie ai soldi che i parlamentari 5stelle hanno detratto dal proprio stipendio e devoluto al fondo per il microcredito gestito dal ministero dello Sviluppo economico. Tuttavia, alcuni parlamentari avrebbero usato un semplice stratagemma per non donare la parte di retribuzione stabilita dal regolamento del Movimento: davano disposizione alla propria banca per effettuare il bonifico, pubblicavano il rendiconto sulla piattaforma tirendiconto.it e entro 24 ore annullavano il bonifico stesso. Tra i parlamentari coinvolti nello scandalo ci sarebbe l’ex capogruppo alla camera Andrea Cecconi, capolista nelle Marche per le prossime elezioni, il senatore Carlo Martelli, capolista in Piemonte e i senatori Barbara Lezzi e Maurizio Buccarella, entrambi candidati nel collegio per il senato Puglia 2.

Luigi Di Maio durante l’incontro con il mondo dell’imprenditoria e della scuola al teatro Sannazaro di Napoli, 12 febbraio 2018.

Reazioni dei 5 Stelle. «Fuori le mele marce dal Movimento», ha detto Luigi Di Maio, che però minimizza sostenendo che il buco è di gran lunga inferiore rispetto alla cifra devoluta con gli stipendi dei 5stelle. «C’è una bella canzone che ha vinto Sanremo: “Non mi avete fatto niente”. Ecco, a noi oggi non ci avete fatto niente». Il primo ad autosospendersi è intanto il senatore Maurizio Buccarella, «Voglio tutelare la serenità della mia famiglia. Sui bonifici di novembre e dicembre ho fatto una leggerezza: avevo revocato le due operazioni», ha ammesso. Barbara Lezzi, altra senatrice pugliese segnalata dalle Iene, sostiene invece di avere i conti in regola: «Ho chiesto alle due filiali Unicredit che ho usato per i versamenti la documentazione che accerti che tutti i bonifici effettuati in questi anni non sono stati revocati, ci vorrà qualche giorno». Più dura la posizione del capo politico Luigi Di Maio su Andrea Cecconi e Carlo Martelli: «Quelle persone come loro le ho già messe fuori, per gli altri stiamo facendo tutte le verifiche che servono». I due non avrebbero eseguito bonifici per un valore complessivo di 98mila euro. Intanto nella mattinata del 13 febbraio, il candidato premier del Movimento 5 stelle si è presentato negli uffici della banca di Montecitorio con il suo staff e accompagnato dall’inviato de “Le Iene”, Filippo Roma, autore del servizio. Di Maio vorrebbe mostrare la volontà del Movimento di fare chiarezza sulla vicenda. Le prime voci riportano che abbia fatto richiesta allo sportello bancario di una copia dei bonifici al fondo per le microimprese del Mise.