«In Italia, al di là di qualsiasi legge, manca una cultura che garantisca l’indipendenza e combatta il conflitto d’interessi». Il 5 aprile alla terza giornata del Festival di Giornalismo di Perugia, Roberto Fico, presidente della Camera ed ex presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, si è soffermato molto sul ruolo della Rai. Un servizio per i cittadini che pagano il canone e l’indipendenza da qualsiasi logica governativa o partitica: queste le principali linee guida dettate dall’inquilino di Montecitorio.

«La cultura sia indipendente» – Fico è stato interpellato sul tema della televisione pubblica da Arianna Ciccone, organizzatrice del Festival, nella conversazione tenutasi in mattinata nella Sala dei Notari, all’interno del Palazzo dei Priori della città umbra: «La Rai deve servire direttamente i cittadini, che pagano il canone proprio per uscire dalle logiche governative. Le ultime leggi non hanno funzionato. Non è possibile che il presidente e l’amministratore delegato vengano nominati dal governo». Concetti esposti con convinzione e ribaditi anche ai nostri microfoni, all’uscita dall’incontro: «Non è solo un discorso di leggi o di chi governa, in Italia manca una cultura dell’indipendenza contro il conflitto di interessi. Si può fare qualsiasi legge, ma ogni volta siamo poi pronti a trovare l’inganno». Nel mirino del grillino l’ultima legge approvata in merito, firmata dal governo Renzi nel dicembre del 2015, ma non l’attuale amministratore, Fabrizio Salini: «Si tratta di un ottimo professionista, ma questo è un discorso che esula dalle singole persone».

La difesa di Rousseau – Arianna Ciccone ha poi provato a puntellare il suo interlocutore sulla multa comminata ieri dal Garante della privacy alla piattaforma Rousseau, giudicata inadatta al sistema di e-voting per possibili casi di manipolazione, falsificazione e non segretezza dei voti. Ma Fico ha difeso a spada tratta il lavoro di Davide Casaleggio: «Non c’è un’accusa di manipolazione diretta, Davide, così come Gianroberto, si è sempre battuto per la democrazia diretta»

«Salvini ha sbagliato» – Il presidente della Camera si è schierato anche contro il suo alleato politico Matteo Salvini nel merito della denuncia per diffamazione contro Roberto Saviano: «Un errore bello e buono, dal momento che è lui a gestire l’assegnazione delle scorte, tra cui quella di Saviano stesso». Un pretesto per affrontare un argomento più ampio, quelle delle querele facili nei confronti dei giornalisti. Un problema per cui Fico ha proposto una duplice soluzione: «O si impone a chi querela, in caso di sconfitta nella causa, di risarcire per la stessa cifra da lui chiesta, oppure si aboliscono le querele e ci imponiamo di difendere i giornalisti scortati».

«Europa sia unico interlocutore» – Saviano non è però stata l’unica presa di posizione distante dalle idee leghiste: «I sovranisti se ne facciano una ragione, ma l’Europa deve essere un unico interlocutore nei confronti delle grandi potenze come Usa, Cina o Russia – ha puntualizzato Fico – se trattiamo singolarmente con questi Paesi finiamo con l’avere un peso contrattuale sempre minore». Un’Europa come ente costruttore di pace ed equilibratore sociale e il cui nucleo sia una famiglia diversa da quella rivendicata nel congresso di Verona dell’ultimo weekend: «La famiglia tradizionale è uno schema culturale, ma la cultura cambia, si evolve. Meglio che un bambino abbia due persone dello stesso sesso che vogliano dargli amore, o bisogna avere per forza una mamma e un papà?».

Il futuro a Napoli – Sollecitato sulla questione del doppio mandato, vecchio caposaldo in crisi dell’organizzazione grillina, Fico si è mostrato fedele al suo progetto originario: «Per la prossima legislatura vorrei trascorrere più tempo ad aiutare la mia Napoli». Una velata intenzione di ereditare l’attuale posto di De Magistris? Una risata per smentire quest’ipotesi: «Lo farò come ho sempre fatto, da libero cittadino».