«Le liste determinano ovunque dei problemi, c’è sempre qualcuno che vorrebbe essere candidato al posto di un altro». Così Gianfranco Fini, leader di Futuro e Libertà per l’Italia, nella mattina di giovedì 24 gennaio a Omnibus su la7, ha commentato la composizione delle liste per le elezioni di Camera e Senato. Secondo il Presidente della Camera uscente, «è il segno che è finita una fase e forse un ciclo storico». Fini si è detto «non meravigliato che alcuni siano stati esclusi dalle liste del Pdl – riferendosi agli ex An – e altri siano stati confermati: fa parte delle dinamiche interne a quel movimento e del grado di fedeltà ostentato nei confronti del presidente Berlusconi».

«Può accadere ed è già accaduto», ha spiegato il leader di Fli, «che chi si prende delle responsabilità poi non venga premiato». Per il leader di Fli, «ciò che bisogna chiedersi è cosa significa avere una certa idea della destra e riconoscersi in determinati valori. Il futuro della destra non è collegato ad una leadership o a me», sottolinea Fini.

Sulla questione è intervenuta anche Giorgia Meloni, per anni a capo dei giovani di An, che poche settimane fa insieme a Ignazio La Russa e Guido Crosetto ha dato vita a Fratelli d’Italia. «Ho preso atto, dalla lettura dei candidati del Popolo della Libertà e dalle dichiarazioni di autorevoli esponenti politici, della precisione quasi chirurgica con la quale il PdL ha falcidiato, nella composizione delle sue liste, coloro che vengono dalla storia della destra italiana», ha scritto Meloni, in un editoriale sul sito di “Fratelli d’Italia-Centrodestra nazionale”.

A rimanere escluse, prosegue Meloni «tante persone capaci, oneste e preparate, con una lunga militanza alle loro spalle, ma che a queste si siano preferite new entry del calibro di Razzi e Scilipoti, Carraro, l’immancabile meteorina e via discorrendo, per non parlare di tanti privi di radicamento sul territorio e catapultati», che venendo esclusi dalle liste del movimento berlusconiano probabilmente chiederanno presto ospitalità.

A prendere le difese del Cavaliere è l’ex ministro l’ex ministro Altero Matteoli, osservando: «Avrei voluto molti più amici accanto a me. Ma la strategia del rinnovamento voluta e attuata giustamente da Berlusconi ha imposto questo stato di cose». Inoltre, parlando di Fratelli d’Italia, l’ex ministro sottolinea: «da tempo La Russa voleva mettere su un partito e questo ha finito per indebolire la parte di An. La politica è questione di forza e di numeri».

Silvia Morosi