Non andrà via come Alfano, non ci sarà nessuno strappo. Ma la posizione di Raffaele Fitto è forte: “la nomina di Giovanni Toti a capo di Forza Italia ci umilia”. Quello dell’ex ministro è un appello pubblico, lanciato sul Corriere della Sera del 14 gennaio.

Raffaele Fitto

Raffaele Fitto, tra i fedelissimi della nuova  Forza Italia

Con la nomina di Toti, direttore del Tg4, Berlusconi pensava di aver trovato un accordo per il gruppo dirigente della nuova Forza Italia, ma i suoi falchi non ci stanno. Fitto è il primo a rompere il silenzio e a parlare dei malumori interni, ma subito guadagna il sostegno dei lealissimi dell'(ex) Cavaliere: “L’approccio dell’ex ministro dimostra vera lealtà e sincerità. Bisogna ripartire dalla leadership per rinnovare il rapporto diretto con gli elettori”, ha detto Daniele Capezzone.

Anche il deputato Martinelli invita “a non lasciar cadere questo appello per far nascere un partito forte e unito”. E per Rotondi si tratta di una critica costruttiva, che rafforza Berlusconi anziché indebolirlo, perché è stata fatta “con il linguaggio della lealtà”.

Per Fitto la nuova Forza Italia ha “una valanga di persone di valore su cui puntare” per la leadership, o meglio per il vice-Berlusconi. In quanto ai nomi però, l’ex ministro tace. La frattura con l’Ncd è ormai impossibile da ricucire. E il cerchio ristretto del gruppo dirigente deve esser pronto a tutto, anche in caso di elezioni anticipate, anche a sparire, nel caso Berlusconi decidesse di prendere il controllo.

Vincenzo Scagliarini