Trecentotrentacinque nomi scanditi nel silenzio del mausoleo delle Fosse Ardeatine. Sono quelli delle vittime della strage del 24 marzo 1944: i nomi scelti dal colonnello delle SS Herbert Kappler e dal capitano Erich Priebke per vendicare l’attentato partigiano di via Rasella, in cui morirono 33 soldati tedeschi. A 81 anni dalla strage nazifascista, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona d’alloro davanti al memoriale dedicato all’eccidio.
La commemorazione – Al mausoleo erano presenti tra gli altri anche il presidente della Camera Lorenzo Fontana e il ministro della Difesa Guido Crosetto, oltre ai rappresentati del Comune di Roma e della Regione Lazio. Fontana ha ricordato quella delle Fosse Ardeatine come una delle «pagine più dolorose della nostra storia», il cui «ricordo è fondamentale per riaffermare, ogni giorno, i valori della libertà, della democrazia e del rispetto della dignità umana». Mentre Francesco Albertelli, presidente dell’Associazione nazionale famiglie italiane martiri (Anfim) e nipote di una vittima dell’eccidio, ha sottolineato come «i valori sui quali si fonda la nostra convivenza civile sono continuamente messi in discussione» e così «la memoria perde sempre più di importanza». Anfim è anche promotore insieme a Roma Capitale dell’iniziativa “335 – Roma non dimentica l’eccidio delle Fosse Ardeatine”.
Una delegazione del Partito Democratico visiterà il mausoleo, mentre alcuni esponenti di Azione Roma ricorderanno in via Castrense a Roma i caduti del Partito d’Azione sotto l’occupazione tedesca.
Via Rasella – «Rendiamo un deferente omaggio alle 335 vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine», ha scritto su Facebook il presidente del Senato Ignazio La Russa, finito due anni fa al centro del dibattito dopo aver definito quella di via Rasella come «una pagina tutt’altro che nobile della Resistenza». Ed è proprio nella strada dove i Gap, i Gruppi d’Azione Partigiana, hanno colpito il battaglione nazista Bozen che decine di studenti hanno apposto una targa commemorativa. La targa recita: «Alla Resistenza e ai Gap di Roma che qui seppero interpretare l’anelito di libertà della città contro la barbarie nazifascista. La Roma antifascista». Presenti, oltre ai collettivi Cambiare Rotta e Osa, anche rappresentanti di Potere al Popolo e Rete dei comunisti.
L’ultima vittima – Le commemorazioni ricordano i 335 uomini uccisi dalle forze nazifasciste. C’è però un’altra vittima di quella strage, citata per la prima volta dal giornalista e scrittore Cesare De Simone nel suo libro “Roma città prigioniera”. Si tratta di Rosa Fedele, 82 anni, che viene considerata la vittima numero 336 delle Fosse Ardeatine. Tramite ricerche di archivio, è infatti stata ricostruita l’uccisione della donna, originaria di Gaeta e sfollata a al Villaggio Breda di Roma, che il 24 marzo del 1944 fu colpita da un colpo di fucile sparato da un soldato tedesco. Fedele stava raccogliendo cicoria vicino alle cave di via Ardeatina proprio al momento dell’eccidio ed è morta in ospedale la notte del 25 marzo.