Da capo della polizia a sottosegretario ai servizi segreti e alla sicurezza. Mario Draghi ha dunque scelto Franco Gabrielli per gestire uno dei dossier più delicati del suo avvio di governo. La nomina del responsabile dei servizi fu al centro delle critiche mosse dal leader di Italia Viva Matteo Renzi all’ ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, contribuendo a innescare la crisi che ha portato alla caduta dell’esecutivo giallorosso. Dunque una scelta di peso, non solo tecnica ma anche politica. Gabrielli tra l’altro, nel corso di una lunga carriera, ha avuto qualche frizione con Matteo Salvini quando era ministro dell’Interno e con l’attuale sottosegretario leghista del Viminale Nicola Molteni.

La carriera – Il neo sottosegretario è nato a Viareggio il 13 febbraio 1960 e ha dunque 61 anni, compiuti da poco. Laureato in giurisprudenza, è entrato in polizia nel 1985. Due anni dopo è passato alla Digos di Imperia e da lì ha iniziato un percorso che lo ha portato a coordinare diverse indagini importanti, come quelle sulle stragi mafiose (a Firenze e a Milano) della primavera-estate del 1993. Gabrielli ha contribuito anche all’arresto dei brigatisti responsabili degli omicidi del giurista Massimo D’Antona nel 1999, dello studioso di diritto del lavoro Marco Biagi nel 2002 e del sovrintendente della polizia Emanuele Petri nel 2003.

Civil servant – La biografia di Gabrielli ci restituisce la figura di un perfetto civil servant, di impostazione quasi anglosassone nella continuità di incarichi delicati al servizio dello Stato. Nel 2006 il Ministro dell’Interno Giuliano Amato lo ha nominato direttore del Sisde, Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica, il contrspionaggio civile, diventando il più giovane direttore della storia di questo reparto dei servizi segreti. Un anno dopo il Sisde viene riformato e viene istituita al suo posto l’Aisi, Agenzia informazioni e sicurezza interna. Gabrielli conserva però il suo ruolo fino al giugno del 2008. Il 6 aprile 2009 diventa prefetto dell’Aquila con il compito di gestire il momento difficile dell’emergenza post-terremoto. Tra i suoi obiettivi, anche quello di sorvegliare la regolarità degli appalti per evitare infiltrazioni criminali. Nel 2010, succede invece a Guido Bertolaso alla guida della Protezione civile. Sotto la sua supervisione, viene recuperata la Costa Concordia naufragata all’isola del Giglio nel 2012. Infine, nel 2015 viene nominato prefetto di Roma. 

Le tensioni con la Lega – Nel 2016 Gabrielli viene scelto come capo della Polizia-Direttore generale della pubblica sicurezza dal governo di Matteo Renzi. Un ruolo che ricoprirà con diversi ministri dell’Interno, tra cui Matteo Salvini. Con il segretario leghista e con esponenti del suo partito non sono mancati i momenti di frizione. Nel gennaio del 2020 durante la campagna elettorale a Bologna il leader del Carroccio andò a suonare al citofono di un condominio nel quartiere Pilastro chiedendo se lì abitasse uno spacciatore (i genitori del minorenne che rispose sono stati arrestati dopo un anno e sono accusati di spaccio). Il capo della polizia replicò allora: «Stigmatizzo sia quelli che fanno giustizia porta a porta sia quelli che accusano la Polizia in maniera indiscriminata». Tensioni ci furono anche con Nicola Molteni, il sottosegretario agli Interni appena nominato da Draghi e che aveva attaccato la chiusura di un distaccamento della Polizia stradale a Casalecchio di Reno (Bologna). Gabrielli rispose alle critiche in maniera colorita durante un seminario formativo per dirigenti sindacali della polizia.

I precedenti – La delega ai Servizi Segreti viene affidata di prassi – ma non obbligatoriamente – a un uomo di fiducia del presidente del Consiglio. Mario Monti scelse l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, Matteo Renzi optò per Marco Minniti mentre Paolo Gentiloni puntò sul senatore Pd Luciano Pizzetti. Giuseppe Conte  ha deciso invece di tenere per sé la delega nei suoi due governi. Fino al 21 gennaio di quest’anno, subito prima di essere costretto ad abbandonare Palazzo Chigi, quando ha nominato alla carica l’ex ambasciatore in Germania Pietro Benassi.