Maurizio Gasparri

Maurizio Gasparri, senatore Pdl (Ansa)

Arrivano nelle stesse ore. La possibile candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale e l’assicurazione del Pdl che no, il semipresidenzialismo non favorirà il suo leader e non lo aiuterà a evitare i processi a suo carico. Intanto il dibattito, dentro la maggioranza delle larghe intese, continua.

“In caso di elezione diretta del presidente della Repubblica, Berlusconi si candiderebbe di sicuro”. Questo l’annuncio di Maurizio Gasparri, nella puntata del 4 giugno del programma di La7 “Omnibus”. Poi il senatore Pdl tira fuori il nodo giustizia: “Berlusconi ha più volte ribadito che le sue vicende giudiziarie sono separate da quelle politiche. Ma noi riteniamo questo accanimento intollerabile sia prodotto anche per destabilizzare la situazione politica”. Usa la stessa parola, “accanimento”, il coordinatore nazionale del Popolo della Libertà Sandro Bondi, aprendo lo scenario di una “fortissima rivolta etica e politica capace di scuotere il nostro Paese”.

Gli ostacoli all’elezione diretta del presidente della Repubblica starebbero a sinistra, insomma. “Le riforme costituzionali si devono realizzare perché servono al Paese. L’idea che i soliti noti di una certa sinistra tornano ad agitare, secondo cui l’introduzione del semipresidenzialismo non s’ha da fare perché favorirebbe qualcuno, nella fattispecie Berlusconi, è da respingere”, chiarisce il presidente della commissione Lavori Pubblici, Altero Matteoli (Pdl).  Anche se qualche spiraglio sembrerebbe aprirsi pure a sinistra, visto che “la minoranza contraria a qualsiasi cambiamento si è ancor più ristretta”. Senza, però, escludere big del Partito Democratico come Rosy Bindi, che in un’intervista a Repubblica ribadisce la sua chiusura a ogni forma di presidenzialismo. “Con il bicameralismo perfetto e mille parlamentari, con una riforma federalista incompleta, con il cambiamento delle leggi elettorali in senso maggioritario, senza pesi e contrappesi, il nostro assetto democratico non funziona”. La “addolorano” le prese di posizione “anche molto autorevoli” che sembrano remare in direzione opposta: da Epifani a Enrico Letta, da Prodi a Veltroni.

L’opposizione al semipresidenzialismo, però, non è solo rossa. “Il presidenzialismo è un’idea di Berlusconi, vuol farsi eleggere presidente-duce d’Italia con l’aiuto delle televisioni, che il pdmenoelle gli ha graziosamente lasciato da vent’anni, ignorando ogni conflitto di interessi”, tuona Beppe Grillo dal suo blog. E nel frattempo sui forum si moltiplicano le voci di chi, nel presidenzialismo, vede solo un’inutile complicazione. “Lavoro, lavoro, lavoro!”: è questa, secondo più internauti, la vera priorità.

Giuliana Gambuzza