Via libera della commissione Giustizia del Senato alla proposta di legge che renderebbe la gestazione per altri reato universale, cioè perseguibile dalla giustizia italiana anche se vi si ricorre all’estero. Un passo che avvicina il disegno di legge di Fratelli d’Italia alla discussione finale e quindi all’eventuale approvazione definitiva. Mercoledì 3 luglio la commissione ha concluso l’esame degli emendanti e dato mandato alla relatrice Susanna Campione di FdI a riferire in Aula sul testo, già approvato alla Camera un anno fa. A favore la maggioranza, contraria l’opposizione.

Senato italiano (flickr)
Il via libera – Il testo era stato approvato alla Camera in prima lettura a luglio 2023. La commissione Giustizia del Senato lo ha licenziato senza modifiche rispetto a quello approvato l’anno scorso, respingendo gli emendamenti arrivati da maggioranza e opposizioni: quello della Lega per un’ulteriore stretta delle sanzioni – reclusione fino a 10 anni e multa fino a 2 milioni di euro -, ma anche gli emendamenti soppressivi delle opposizioni, presentati da Pd e Avs, e quelli di M5s che aprivano alla volontarietà e gratuità della gpa. «L’Italia si conferma una nazione all’avanguardia sul fronte dei diritti, contro le nuove forme di sfruttamento delle donne e dell’infanzia», così la ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella. Proteste delle opposizioni: la senatrice Ilaria Cucchi (Avs) ha parlato di «ennesima bandierina propagandistica sulla pelle dei bambini», mentre il segretario di +Europa Riccardo Magi ha commentato: «È l’ennesimo provvedimento incostituzionale di questo Governo, contrario anche alla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue».
Che cosa prevede – La proposta consiste in un solo articolo e modificherebbe la legge 40 del 2004, norma di riferimento per la fecondazione assistita. Se approvata, estenderebbe le sanzioni già previste in caso di gestazione per altri anche quando «il fatto è commesso all’estero». Le sanzioni prevedono la reclusione da 3 mesi a 2 anni e una multa da 600.000 a 1 milione di euro per «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza» la gestazione per altri. La pratica, più spesso chiamata con una connotazione dispregiativa «maternità surrogata» o «utero in affitto», è una forma di procreazione assistita che prevede che la gravidanza sia portata avanti da una donna per conto di altri, i cosiddetti «genitori intenzionali». La relazione introduttiva alla legge definisce la pratica «un esempio esecrabile di commercializzazione del corpo femminile e degli stessi bambini che nascono attraverso tali pratiche, che sono trattati alla stregua di merci» e sostiene di voler fermare il turismo procreativo, e cioè il fenomeno per cui le coppie italiane si avvalgono della pratica in un Paese estero in cui è consentita.
Reato universale, cos’è? – Si tratta di un reato così grave da superare il vincolo geografico. E’ un’eccezione al principio di territorialità del diritto penale in base al quale gli Stati perseguono solo gli atti che avvengono sul proprio territorio. Nell’ordinamento giuridico italiano ci sono già alcuni reati universali, come la pedofilia, lo stupro di guerra o il genocidio e in generale i crimini contro l’umanità. In questi casi però, a differenza della gpa, si tratta di crimini perseguiti anche all’estero.
I bambini italiani nati con gpa – Non ci sono stime ufficiali, ma secondo una stima empirica, ogni anno nascono tramite gestazione per altri circa 250-350 bambini figli di italiani. In 8 o 9 casi su dieci sono figli di coppie eterosessuali, che hanno iniziato ad avere figli con la maternità surrogata all’estero nei primi anni 2000. Nel certificato di nascita dei Paesi in cui nasceva il bambino figuravano già come genitori e in Italia si limitavano a chiedere la trascrizione, cioè la registrazione all’anagrafe. Nel 2012 le procure hanno iniziato a incriminarli con l’accusa di alterazione dello stato di famiglia, un reato punibile con pene fino ai 15 anni di reclusione, perché ritenevano falsi gli atti di nascita che riportavano loro come genitori e non la donna che aveva partorito il bambino. Le prime due condanne, arrivate nel 2013, sono state annullate in appello. La giurisprudenza ha stabilito che se la legge locale consente la gestazione per altri, allora il certificato è autentico. A partire dal 2015, alcune procure hanno iniziato a chiedere di annullare la trascrizione degli atti di nascita dei bambini con due padri nati in Canada o negli Stati Uniti tramite gestazione per altri. A dicembre 2023 la Corte di Cassazione ha vietato la trascrizione automatica per gli atti di nascita di questi bambini e stabilito che i figli debbano essere riconosciuti dal «secondo padre» con l’adozione in casi particolari.