«Alle 18.15 terrò una conferenza stampa a Palazzo Chigi, ho alcune cose importanti da dire a tutti voi». Il premier Giuseppe Conte ha rotto il suo lungo silenzio su Twitter, con un messaggio dal tono di un «dobbiamo parlare». Stando alle anticipazioni, i temi chiave del discorso di oggi, 3 giugno, risentiranno delle tensioni delle ultime settimane: responsabilità e dignità. Il presidente del Consiglio avrà il compito di rimettere insieme i cocci di un governo vessato dall’alterazione del rapporto di potere tra Lega e Movimento Cinque Stelle ma soprattutto del rischio di una procedura di infrazione sul debito da parte della Commissione europea. Ma Bruxelles non è l’unica a mostrare segni di sfiducia nei confronti della capacità italiana di colmare il deficit: lo spread è infatti decollato a quota 290 e poi calato a 286.

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria

Nessuna (vera) garanzia – Dopo i dubbi espressi la scorsa settimana con la lettera di richiamo sul debito italiano, la Commissione ha bocciato la risposta del governo: la lettera del ministro dell’Economia Giovanni Tria non contiene le garanzie auspicate, e i conti del ministero dell’Economia e delle Finanze non tornano. All’interno del ministero dello Sviluppo Economico la fiducia a Conte non sembra mancare: «Immagino che farà un discorso equilibrato cercando di rassicurare sul fatto che si sta lavorando nell’interesse generale e che una posizione accettabile da parte di tutti verrà raggiunta», ha commentato il viceministro leghista Dario Galli. Lo spettro della crisi sembra però aleggiare ancora sui conti italiani, risentendo della revisione dell’Istat delle stime di crescita del Pil a -0,1%. Il leader del Partito Democratico Nicola Zingaretti ha affermato a tal proposito che spera che Conte «dica la verità, perché il governo parla molto ma nasconde la tragica verità di un anno di bilancio», contando fino a 17 i miliardi bruciati in un anno di governo e ricordando che, se anche il tema di oggi è una possibile crisi parlamentare, «una crisi politica c’è già da giorni».

Il ministro delle politiche agricole Gian Marco Centinaio

La forza del 34% – Il vicepremier Matteo Salvini non rassicura sulla stabilità del governo. Sull’onda delle preferenze ottenute alle elezioni europee la scorsa settimana con la Lega al 34%, si è detto deciso a riequilibrare i rapporti di governo, anche in attesa dei ballottaggi delle elezioni comunali. In posizione diametralmente opposta il vicepremier Luigi di Maio, appena riconfermato sulla piattaforma Rousseau come leader del Movimento Cinque Stelle e impegnato nel tentativo di ricompattare i suoi. È in questo contesto che si collocano le affermazioni del ministro leghista delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, solo apparentemente rassicuranti: «Auspico che il presidente Conte faccia un miracolo. Continuo a essere dell’idea che la campagna elettorale è finita e i toni si devono abbassare. Il premier deve ricominciare a far parlare la politica, e soprattutto i due contraenti del contratto, di cose concrete». Dei due litiganti, il terzo deve rimettere assieme i pezzi, e tutti si augurano che il passo di oggi, trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook del presidente del Consiglio, sia il primo in questa direzione. Centinaio ha però continuato mostrando il coltello dalla parte del manico: da parte della Lega «c’è buona volontà, ma se non ci dovessero essere le condizioni non vedo alternativa alle elezioni».

Il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico

Due giugno di fuoco –  Ad aggravare i rapporti tra forze di governo hanno contribuito anche i dibattiti animatisi durante la Festa della Repubblica del 2 giugno. Il presidente della Camera Roberto Fico, dei Cinque Stelle, ha dedicato la festa a «tutti coloro che si trovano sul nostro territorio: migranti, rom, sinti che sono qui e hanno gli stessi diritti», sulla scia della scelta del ministro della Difesa Elisabetta Trenta del tema dell’inclusione. Fico, lasciato solo dal vicepremier Di Maio che si è detto lontano dalla volontà di fare polemica, è stato preso di mira da una contro-dedica del vicepremier Salvini su Twitter «all’Italia e agli italiani, alle nostre donne e uomini in divisa», alludendo alla mancanza di alcuni generali alla parata. L’inclusività è stata tuttavia ricordata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella come «un impegno che rappresenta i valori scolpiti nella nostra Carta costituzionale», approvando e condividendo la scelta del tema per quest’anno.