La decisione del Movimento cinque stelle sull’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini nel caso della nave Diciotti «sarà corale e sarà presa dopo il percorso di istruttoria». Lo ha detto oggi, 7 febbraio, il vicepremier Luigi di Maio, che ha aggiunto che «il Movimento cinque stelle è sempre stato contro qualsiasi tipo di immunità» ma questo è “un caso specifico che coinvolge tutto il Governo. La scelta è stata presa tutta insieme”. Dichiarazioni che confermano l’endorsement politico del premier Giuseppe Conte e dei ministri Di Maio e Danilo Toninelli nei confronti del capo della Lega ma che per ora non sono state sufficienti a calmare le acque tra i due alleati del governo gialloverde, già molto agitate per lo scontro sul Tav in Val di Susa.

Diciotti – «Ho condiviso le scelte politiche di Salvini», ha detto il premier Conte nella lettera allegata alle memorie scritte inviate dal ministro dell’Interno Salvini alla giunta del Senato per le autorizzazioni a procedere. La Giunta, composta da dodici senatori, dovrà valutare in via preliminare la richiesta avanzata del Tribunale dei mnistri di Catania. L’accusa per il ministro dell’Interno è sequestro di persona ai danni dei migranti della nave Diciotti.
Intanto, a causa di un contenzioso interpretativo sulla ricevibilità delle memorie difensive, i lavori della Giunta sono sospesi e aggiornati. «Nel diritto la forma è sostanza» ha detto il senatore Pietro Grasso (Leu).  Al centro della polemica proprio i documenti dei responsabili di governo Cinque stelle allegati alle memorie difensive di Salvini. L’intestazione delle lettere non sarebbe conforme al regolamento del Senato. Secondo il presidente della Giunta Maurizio Gasparri (Fi) “le memorie possono avere qualsiasi tipo di intestazione purché presentate dal diretto interessato”. Dopo la discussione, le prossime riunioni della Giunta sono previste per la settimana prossima. «Supereremo anche questa» ha commentato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti (Lega), braccio destro di Salvini a Palazzo Chigi.

Settimane decisive – Qualunque sia l’esito del caso Diciotti, le prossime settimane saranno decisive per il Governo. Il caso Diciotti si intreccia con le divisioni sulla questione Tav. Il 6 febbraio il Ministero dei trasporti ha inviato la relazione costi-benefici, realizzata dalla commissione guidata dal professor Marco Ponti, sull’alta velocità Torino-Lione a Parigi e a Bruxelles. La relazione parla di un saldo negativo di 7 miliardi.  «E’ bizzarro non aver ricevuto quella relazione ma pare che ce l’abbiano a Parigi…», ha commentato Salvini, deciso a portare avanti la linea politica della Lega a favore della ripresa dei lavori. Per Di Maio «quell’opera è uno spreco, con 20 miliardi di soldi europei si possono fare opere in Italia» ma si dice fiducioso sulla possibilità di trovare un accordo con la Lega.

Nuove divisioni? – Per Giorgetti è importante «mettersi al tavolo perché se ognuno va per conto suo poi diventa difficile trovare una sintesi». Un possibile nuovo difficile tavolo di lavoro nel governo è la questione dell’autonomia regionale differenziata per Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, fortemente voluta dal gruppo di governo leghista, alla quale sta lavorando lo stesso Giorgetti.  Secondo Linkiesta il progetto di legge sarà presentato il 15 febbraio in Consiglio dei Ministri. La nuova devolution produrrebbe un ulteriore trasferimento di poteri e competenze che riguarderà scuola, imprese e sanità. Un tema presente nel contratto di governo ma che aveva destato polemiche già a dicembre dello scorso anno. «Se non dovesse passare l’Autonomia regionale come la chiediamo noi, io mi ritirerei dal governo» ha detto Giorgetti in un’intervista al Corriere della Sera.