«Mai più risse e insulti, torni il dialogo. Le riforme della Costituzione andrebbero condivise il più possibile». Dopo giorni di silenzio, la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, torna a parlare. In un’intervista uscita il 17 febbraio su La Repubblica, mette in riga i parlamentari. Non deve esserle piaciuto l’ultimo scontro, sfociato in rissa, tra i deputati del Partito Democratico, di Sel e del M5S nella notte tra giovedì 12 febbraio e venerdì 13. Allora, proprio alla Camera, era in esame il ddl Boschi, il pacchetto di riforme costituzionali sul quale le opposizioni avevano chiesto, invano, un rinvio della discussione.

A distanza di giorni, l’esito positivo della seduta fiume, l’ok agli emendamenti e la soddisfazione del presidente del Consiglio Matteo Renzi non sono bastati ad allontanare il timore di nuovi scontri tra le forze politiche. Il via libera definitivo di Montecitorio al ddl Boschi dovrebbe arrivare entro i primi di marzo. Ma non si esclude che l’ostruzionismo di Forza Italia e della minoranza dem possa continuare, con ripercussioni sull’intero crono-programma di riforme del governo. Per questo Boldrini fa appello anche al premier: «Credo sia interesse anche del governo – spiega – che si abbassi il livello dello scontro. In questo senso spero che si adoperi in prima persona il presidente Renzi».

Per l’esecutivo i prossimi mesi saranno impegnativi, con diverse proposte di legge attese in aula. Oltre alle riforme costituzionali alla Camera e all’Italicum in terza lettura al Senato, c’è anche il decreto Milleproroghe in discussione a Montecitorio e in scadenza il 1° marzo. Senza dimenticare che proprio da marzo all’esame del Parlamento ci saranno anche il decreto Ilva e quello sulle banche popolari. Un’agenda fitta e nuovi ostacoli sul cammino del governo. Con l’innesto nel Pd dei parlamentari di Scelta Civica, Renzi in teoria dovrebbe poter “stare sereno”. Ma a rendere incerti i suoi numeri sono la minoranza dem e il mancato appoggio di Forza Italia.

Anche su questo punto si è pronunciata in modo esplicito Laura Boldrini, che si dice pronta a fare l’arbitro e promette che non offrirà alcuna scorciatoia al governo. Niente più forzature al dibattito grazie agli strumenti del regolamento interno, dice la presidente della Camera: «Basta con la tagliola, non è così che si porta avanti l’attività parlamentare. È una misura che non può entrare nella routine dei lavori».

Carmela Adinolfi