“Ascolteremo tutti i partiti, per fare in modo che l’azione di governo riparta in modo più coeso e condiviso. L’esecutivo deve andare avanti, ma a certe condizioni e non a qualsiasi costo”, queste le parole di Conte a pochi giorni dal round di verifica che si terrà a partire da oggi a Palazzo Chigi. Il premier è pronto al faccia a faccia con M5S, Pd, Italia Viva e Liberi e Uguali.

Le date – Si comincia oggi, lunedì 21 dicembre, con M5S e Pd, in ritardo di 30 minuti sulla tabella di marcia. Si inizierà alle 16 di questo pomeriggio, con il confronto sul Recovery fund, per poi passare alla verifica vera e propria. Previsto per domani invece l’incorno con Italia Viva e Leu.

La crisi – Saranno delle vere e proprie consultazioni, che stabiliranno si ci siano o meno quei requisiti per portare avanti la linea giallorossa. Requisiti che però sembrano venuti meno secondo il deputato di Italia Viva Luciano Nobili :”Le ragioni per cui abbiamo fatto nascere questo Governo non ci sono più. O si fa un nuovo patto di governo oppure lasciamo perdere se dobbiamo tirare a campare. Abbiamo fatto nascere questo governo 15 mesi fa, per 15 mesi abbiamo sostenuto tutte le decisioni, ma 15 mesi dopo le ragioni per cui abbiamo fatto nascere questo governo non ci sono più, si sono esaurite.

I nodi – Riforme costituzionali, legge elettorale, sanità, Tav, infrastrutture da sbloccare, ma sopratutto Mes, Recovery fund e l’ipotesi del rimpasto, questi saranno i temi chiave dei due incontri.

Mes – “Ecco di cosa stiamo discutendo: di come gestire il futuro”, spiega il leader di Iv Matteo Renzi, “L’Italia è purtroppo il paese con il più alto numero di morti. Di fronte a questo record negativo, noi diciamo che bisogna mettere i soldi nella sanità. Si chiama Mes, sono 36 miliardi per i nostri ospedali, i nostri dottori, i nostri studenti, e io penso si debbano prendere subito. Noi diciamo sì al Mes e prendiamo i 9 miliardi originariamente destinati dal Recovery fund alla sanità e mettiamoli su cultura e turismo, argomento di cui nessuno parla”

Recovery – E’ la miccia che ha rotto l’equilibrio nella maggioranza, perché i ritardi su un piano preciso rischiano di far saltare l’arrivo degli aiuti Ue, 209 miliardi di euro. A fare pressione è soprattutto il Pd: “Una cosa è certa, il lavoro sul Recovery deve accelerare. Siamo fermi in Consiglio dei ministri dal 7 dicembre per una verifica politica di cui ancora non si vede una via d’uscita”, chiarisce il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola

Rimpasto – “Non mi sottraggo al confronto qualora dovessero arrivare delle richieste di rivedere la squadra di governo, ma i miei ministri sono i migliori” aveva detto pochi giorni fa il premier. Conte potrà contare sull’appoggio di M5S e Pd, che escludono fermamente il dibattito sulle poltrone. “Chiara contrarietà rispetto a ipotesi di rimpasto e piena soddisfazioni ne confronti della squadra 5 Stelle”, ribadiscono i pentastellati in una nota a seguito della tesi riportata da alcuni quotidiani secondo cui il Movimento sarebbe stato a favore di alcune sostituzioni fra i Ministri dell’esecutivo