Non c’è pace per il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Dopo il caso Bugno e la questione dei rimborsi, è in arrivo un’altra bufera: la portavoce Adriana Cerretelli riceve 80mila euro da una grossa società detenuta dai Moratti come consigliera e il titolare del Mef, attaccato da più fronti, vacilla.

La portavoce – La vicenda di Cerretelli scoppia su La Verità: la portavoce del ministro risulta nel consiglio di amministrazione di Saras, azienda che opera nel settore del petrolio e dell’energia elettrica e che è quotata in Borsa con oltre 10 miliardi di euro di fatturato. Secondo quanto risulta a La Sestina, Cerretelli risulta tutt’ora consigliere indipendente nel cda di Saras. Secondo la relazione di bilancio 2018 approvata nelle scorse settimane, Cerretelli dal 1/01/2018 al 31/12/2018 ha ricevuto un compenso di 45mila euro per la carica di consigliere indipendente e 35mila euro in quanto parte del Comitato controllo e rischi. Le due cariche valgono fino all’approvazione del bilancio 2020. Una questione che arriva dopo che il Movimento Cinque Stelle aveva accusato il ministro di favoreggiamento nei confronti di Claudia Bugno, sua collaboratrice: il figlio della moglie di Tria era stato assunto nell’azienda del compagno di Bugno.

Scontro con il M5s – Tuttavia il nodo principale dello scontro tra il vicepremier pentastellato e il ministro Tria riguarda i rimborsi promessi da Di Maio ai risparmiatori truffati dalle banche e per cui erano stati stanziati 1,5 miliardi di euro nella legge di bilancio. Via XX Settembre si oppone per motivi di tipo tecnico: i rimborsi non potrebbero scattare automaticamente per tutti, e a dirlo è Bruxelles. Costretto al compromesso, Tria ha ottenuto uno scudo giuridico per i funzionari del suo ministero che sarebbero sollevati dalla responsabilità personale nell’erogazione dei rimborsi e, quindi, da un’eventuale accusa di danno erariale da parte della Corte dei Conti.

Retroscena – «Il giorno dopo le europee voglio un altro ministro dell’Economia». Parole durissime quelle che, secondo Repubblica, Di Maio ha usato in una telefonata al presidente Conte: «Ci fa perdere voti, ci farà perdere le elezioni». Per questo il vicepremier vorrebbe offrire alla Lega il Mef: come compenso dopo le elezioni europee che, a detta dei sondaggi, vedranno il partito di Matteo Salvini in sorpasso. Oggi, 4 aprile, alle 16 sul tavolo del Consiglio dei ministri il Dl crescita. In pancia, oltre alle “misure urgenti per la crescita economica”, ci sono proprio gli emendamenti alla legge di bilancio sulla questione rimborsi.