Nella sua crociata contro i media tradizionali, il leader del Movimento 5 Stelle si scaglia questa volta contro un articolo uscito sul Corriere della Sera. Secondo il quotidiano, il giorno dopo l’avviso a comparire ricevuto dalla sindaca di Roma martedì 24 gennaio, Grillo avrebbe chiamato infuriato in Campidoglio, accusando Virginia Raggi di averlo ingannato e togliendole l’appoggio del Movimento. La mattina di giovedì il comico ha pubblicato un post sul suo blog in cui accusa il quotidiano di aver diffuso notizie false e annuncia querela in caso di mancata smentita.
Fake news. «Altro che post verità, siamo arrivati alla fantanotizia, alla fake news come sistema». Queste le parole utilizzate da Beppe Grillo nel breve post, in cui si chiede anche se i giornalisti siano male informati o volutamente disinformati. Il leader conferma poi il suo sostegno alla sindaca, la quale ha informato tempestivamente i vertici, adempiendo ai doveri indicati nel nuovo codice etico.
I capi d’accusa. Grillo, sostiene il Corriere, avrebbe scaricato la Raggi perché i magistrati romani hanno individuato nei confronti della prima cittadina di Roma due ipotesi di accusa, l’abuso di ufficio e il falso in atto pubblico, nell’inchiesta sulla nomina di Renato Marra a Capo del dipartimento Turismo del Comune. L’appoggio di Grillo e del M5S a Raggi era stato assicurato solo di fronte a una sola imputazione, quella relativa all’abuso di ufficio. Renato è il fratello maggiore di Raffaele Marra, fedelissimo della Raggi ed ex capo del Personale dell’amministrazione capitolina, ora in arresto per corruzione nell’ambito di un’altra inchiesta.
Codici e comportamenti. La sindaca di Roma, secondo la Procura, avrebbe mentito al responsabile anticorruzione del Comune, assumendosi tutta la responsabilità nella promozione di Renato Marra dalla polizia locale alla guida della direzione turismo. Alla scelta invece, sostengono i magistrati, avrebbe contribuito il forte legame tra il sindaco e Raffaele Marra, in violazione dell’art.10 del codice di comportamento del Campidoglio, che vieta l’intromissione di un dipendente nelle decisioni che coinvolgono un familiare.
«Quattro amici al bar». L’accusa di abuso d’ufficio riguarda le modalità attraverso cui Renato Marra è stato assunto, per diretta valutazione del sindaco di Roma, senza passare per una selezione aperta. La stessa accusa è stata mossa anche al fratello minore, Raffaele. I magistrati hanno raccolto parte delle prove nella chat privata “Quattro amici al bar” tra Virginia Raggi, Raffaele Marra, Salvatore Romeo (ex capo della segreteria) e Daniele Frongia (ex vice sindaco). Gli ultimi due sono stati allontanati dal vertice e ridimensionati nei loro ruol,i con l’intervento nei mesi scorsi dello stesso Grillo dopo l’arresto di Marra.