L’aveva promesso: massima trasparenza sui soldi ricevuti e spesi dal Movimento 5 Stelle in campagna elettorale. Ma sembra che Grillo abbia qualche difficoltà a mantenere la parola data. A quasi tre settimane dal voto non c’è ancora nessuna traccia delle famose liste. E giovedì 14 marzo si legge sul blog: “Tutte le voci di spesa saranno pubblicate, entro i termini di legge, nei prossimi giorni non appena sarà finita la meticolosa attività di rendicontazione”. Grillo anticipa però la cifra raccolta grazie alle donazioni di privati: 568.832 euro raccolti grazie ai privati cittadini, 15.000 persone. Una media di 40 euro a testa. Quello che avanza – dice Grillo – sarà destinato al conto corrente per i terremotati dell’Emilia.

Dallo Stato invece, Grillo dovrebbe ricevere 42.782.512,50 euro di finanziamento pubblico, circa 5 euro per elettore. 46 milioni andranno al PD, 38 milioni al Pdl e 15 milioni alle liste Monti. Dal 1994 a oggi lo stato italiano ha speso 2,3 miliardi di euro per finanziare i partiti politici. Nelle scorse elezioni la cifra si aggirava attorno ai 500 milioni totali. Questa volta non si supereranno i 160 milioni grazie a una legge voluta da Monti lo scorso anno che prevede il finanziamento solo per i partiti che hanno eletto almeno un parlamentare.

Non solo: secondo la legge i partiti devono avere un atto costitutivo e uno statuto “conformato a principi democratici nella vita interna, con particolare riguardo alla scelta dei candidati, al rispetto delle minoranze e ai diritti” per avere accesso ai fondi pubblici. E Grillo scrive in un post datato 12 marzo: “Il M5S li rifiuta esattamente come per le elezioni amministrative. Il Movimento 5 Stelle, anche tramite i propri eletti, svolgerà ogni azione diretta ad assicurare che i contributi ad esso spettanti non vengano erogati ad altre forze politiche, ma trattenuti all’Erario“.

Allora che bisogno c’era, si chiede l’Huffington Post a 24 ore dalla rinuncia del Movimento 5 Stelle, di firmare uno Statuto (lo scorso 18 dicembre) e un atto costitutivo in presenza di un notaio?

Maria Elena Zanini