No alle armi e alle politiche di guerra. Sono questi i messaggi lanciati dai manifestanti al corteo organizzato a Roma dal Movimento 5 Stelle. In 100 mila, secondo le stime degli organizzatori, sono scesi in strada il 5 aprile per contestare il progetto di aumento delle spese militari della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. «La premier Giorgia Meloni ha approvato il piano di riarmo dell’Europa senza alcun mandato, e questo è un altro fallimento del suo governo che rimarrà nella storia. Qui si costruisce l’alternativa», ha dichiarato il leader del M5S Giuseppe Conte.
I presenti – In testa alla manifestazione c’erano i vertici del Movimento 5 Stelle. Sono però vari i gruppi politici, e gli esponenti della società civile, che hanno aderito al corteo. Tra cui lo storico Alessandro Barbero e il professor Tomaso Montanari. Erano presenti anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra e una delegazione del Partito Democratico, guidata dal capogruppo al Senato Francesco Boccia. «Alcune cose ci dividono dal M5S ma altre ci uniscono – ha dichiarato Boccia – Siamo d’accordo sulla critica alla corsa al riarmo dei 27 Stati e alle proposte della Commissione che puntano in questa direzione e d’accordo sulla prospettiva della difesa comune. E insieme a tutte le opposizioni vogliamo mandare a casa il governo di Meloni e Salvini». Tra coloro che sono intervenuti sul palco, anche il segretario di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo.
La piazza – «Di pace si vive, di guerra si muore». Insieme alle bandiere della pace, erano numerosi gli striscioni contro la guerra e il governo Meloni. Non sono mancati i cori intonati contro il leader di Azione Carlo Calenda e gli esponenti d’opposizione che sostengono il piano di riarmo europeo. Ha catturato particolare attenzione, e fatto discutere, la presenza tra i manifestanti della tiktoker da milioni di follower Rita De Crescenzo. Sotto i riflettori nelle ultime settimane per la vicenda di Roccaraso, l’influencer ha annunciato di voler «scendere in politica».
Europeisti a Bologna – Il 6 aprile centinaia di manifestanti “pro-Europa” si sono riuniti invece nel capoluogo emiliano, rispondendo all’appello di Matteo Lepore e Sara Funaro, sindaci rispettivamente di Bologna e Firenze. Si è trattato di una riproposizione del format “Una piazza per l’Europa”, ideato dal giornalista Michele Serra, a tre settimane dalla grande manifestazione nella Capitale. «Siamo qui, ed eravamo a Roma il 15 marzo, per dire soprattutto quello che non abbiamo in Europa – ha sottolineato lo stesso Serra – Non abbiamo una casa europea che assomigli per davvero a quanto sta scritto nel manifesto di Ventotene e nella carta di Nizza. Non abbiamo un potere esecutivo comune, una politica estera comune, una politica economica comune, una difesa comune. Che è il contrario esatto del riarmo, nazione per nazione, chiesto da von der Leyen». Secondo la sindaca Funaro, così come per altri ospiti sul palco dell’evento, «non c’è separazione con la piazza del M5S». Intervenuto in videocollegamento anche l’ex premier Romano Prodi, che si è concentrato sulla deriva dell’America di Donald Trump: «Gli Stati Uniti mancano di rispetto ai principi di libertà e democrazia. Dobbiamo restare uniti e farci forza: siamo ormai gli unici a custodire davvero questi valori».