Re Giorgio abdica
Il 14 gennaio Giorgio Napolitano si dimette ufficialmente dall’incarico di Presidente della Repubblica. Lascia il palazzo del Quirinale dopo 9 anni. E’ stato il primo e unico Presidente della Repubblica ad essere stato riconfermato per un secondo mandato nel 2013. Eletto per la prima volta Capo di Stato nel 2006, a seguito delle sue dimissioni è stato insignito del titolo di Presidente Emerito. (Foto Ansa)
Primo siciliano al Quirinale
Sergio Mattarella viene eletto il 30 gennaio come 12° Presidente della Repubblica. Il quorum viene superato alla quarta votazione con 665 voti, poco meno di due terzi dell’assemblea elettiva composta da 1009 grandi elettori. Mattarella era stato indicato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e ha ricevuto, oltre a quello PD, l’appoggio di Sel e Scelta Civica. L’insediamento ufficiale è avvenuto il 3 febbraio a seguito del giuramento sulla Costituzione. (Foto Ansa)
Lo strappo
Dennis Verdini, braccio destro di Berlusconi, abbandona il leader di Forza Italia per schierarsi con il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Su scuola e lavoro, Renzi è sulla strada giusta”, aveva più volte ribadito, entrando in forte contrasto con il suo partito. Con la scissione, Verdini strappa a Berlusconi 8 deputati e una dozzina di senatori, rimpolpando la maggioranza di governo. (Foto Ansa)
Partita a scacchi
Le elezioni regionali hanno cambiato le carte in tavola nella politica locale lungo tutta la penisola. In Veneto il centrosinistra della Moretti non supera il centrodestra di Luca Zaia, che viene riconfermato con il 50,1% dei voti. In Liguria si cambia bandiera. Toti, centrodestra, con il 34% dei consensi, supera la democratica Paita. Il Pd può però festeggiare in Campania, dove De Luca ha la meglio su Caldoro con il 41,1% dei voti. (Foto Ansa)
Governatore scomodo
Vincenzo De Luca, neo eletto Presidente della Regione Campania, è indagato per concussione. Insieme a lui anche il suo ex capo segreteria, Nello Mastursi, il giudice del tribunale di Napoli Anna Scognamiglio e suo marito Gugliemo Manna. Nei suoi confronti è stata sospesa la “Legge Severino” da parte della prima sezione civile del tribunale napoletano. Inevitabile il terremoto in casa Pd che si è trovato diviso sulla decisione in merito alle dimissioni di De Luca dalla carica di Governatore. (Foto Ansa)
Migranti sugli scogli
Un’estate calda per gli sbarchi in Italia. Una delle immagini più nitide di questa emergenza è stata quella delle centinaia profughi rimasti per 10 giorni sugli scogli tra Ventimiglia e la cittadina francese di Mentone. La Francia impediva il passaggio dei migranti verso nord. Dure le reazioni del Governo italiano che si è trovato a dover gestire un braccio di ferro con Parigi per risolvere la situazione. Solo dopo dieci giorni il confine italo-francese si è andato svuotando in favore di nuove rotte. Soprattutto verso la Germania e l’Austria. (Foto Ansa)
Buona Scuola
Contro il preside sceriffo, a fine settembre, sono scesi in piazza studenti e insegnanti. La riforma del Governo Renzi, che rivede la figura del preside, non convince i lavoratori. “Sarà Far West” hanno urlato dalle piazze le migliaia di manifestanti. (Foto Ansa)
Dimissioni Marino
Ignazio Marino, sindaco di Roma per due anni, si dimette il 31 ottobre. Gli scandali di Roma Capitale e i funerali di Vittorio Casamonica hanno affossato la giunta capitolina. Le dimissioni di 26 consiglieri comunali hanno di fatto sciolto il Comune. Per colmare il vuoto di potere è stato scelto Paolo Tronca in qualità di Commissario. (Foto Ansa)
Imola a 5 stelle
A Imola si è radunato il Movimento 5 Stelle per portare avanti la propria linea programmatica. Presenti tutti i big e tra questi anche Dario Fo che ha appoggiato e affiancato Beppe Grillo sul palco. “Siamo pronti a governare” ha detto il guru del movimento Roberto Casaleggio. Ma c’è stato spazio anche per di Maio, in odore di leadership. “Di Maio? Buca lo schermo per cio’ che ha da dire” ha detto il sindaco di Parma Federico Pizzarotti tessendo le sue lodi. (Foto Ansa)
Addio al senato
Canguri, trabocchetti, trappole e rinvii non sono bastati per stoppare la riforma Boschi sul senato, approvata a Palazzo Madama il 13 ottobre. 179 sì, 16 no e 7 astenuti, con un applauso non lunghissimo e una breve processione ai banchi del governo per andare a stringere le mani al ministro Maria Elena Boschi. Adesso è legge e decade il Bicameralismo perfetto. Il Senato non sarà più elettivo, ma i suoi rappresentanti saranno scelti tra consiglieri regionali e sindaci. Dure le opposizioni. “l’olio di ricino per il futuro per la dittatura che verrà” ha detto Calderoli ai cronisti dopo il voto in aula. (Foto Ansa)
Salvini e Berlusconi a Bologna
L’8 novembre, sotto le Due Torri, Forza Italia e Lega Nord hanno trovato la quadra su un progetto politico comune. Dopo alti e bassi negli ultimi anni, i due leader hanno trovato un accordo per redigere un programma di opposizione comune al governo Renzi. Contro “l’invasione leghista” si sono mossi i centri sociali della città. Dura la risposta delle forze dell’ordine che hanno caricato i manifestanti. (Foto Ansa)
Riforma del lavoro
Il 3 dicembre il Jobs Act diventa legge dopo la prova del fuoco in Senato. Il ddl passa con 166 sì senza alcuna modifica, ma la reazione delle opposizioni è violenta. Il leader di Sel Nichi Vendola è durissimo: “Si tolgono i diritti ai lavoratori”. La legge delega concede al governo sette mesi di tempo per completare i decreti su ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro, semplificazione delle procedure e degli adempimenti, riordino delle forme contrattuali, tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e lavoro. (Foto Ansa)
Salva banche
Il 28 novembre muore suicida a Civitavecchia il pensionato Luigino d’Angelo, a seguito della perdita dei suoi risparmi, con l’azzeramento dei titoli subordinati acquistati da Banca Etruria. Azzeramento deciso con il decreto Salva-banche del governo, che ha coinvolto anche Banca delle Marche, CariChieti e CariFerrara. Ma nella bufera c’è finito pure il governo, e soprattutto Maria Elena Boschi. Suo padre infatti fu vicepresidente di Banca Etruria. Inevitabile imbarazzo all’interno del partito che però ha fatto quadrato intorno al ministro. Il M5S ha promosso una mozione di sfiducia, poi respinta, nei confronti della Boschi.(Foto Ansa)
Alessio Chiodi