Mezzo milione di lavoratori stranieri in tre anni. È questo l’obiettivo del nuovo “decreto flussi”: lo strumento con cui il governo definisce le quote di ingressi di migranti regolari. Il Dpcm dovrebbe arrivare oggi (30 giugno) sul tavolo del Consiglio dei Ministri e prevede un aumento rispetto ai 450.000 accessi del triennio 2023-2025. La linea dell’esecutivo è quella di incentivare la collaborazione con i Paesi di origine per contrastare l’immigrazione irregolare. Inoltre si cercano lavoratori sempre più qualificati per andare in contro alle esigenze del mercato del lavoro.

I numeri – Entrando nei dettagli della bozza del decreto flussi 2026-2028, gli ingressi sono così scaglionati: 164.850 quote per il 2026, 165.850 per il 2027 e 166.850 per il 2028. Suddividendoli invece per settore: per lavoro subordinato non stagionale e lavoro autonomo ci saranno 76.850 ingressi per ciascuno dei tre anni. Per gli stagionali 88.000 posti per il 2026, 89.000 per il 2027 e 90.000 per il 2028. Numeri più stringenti per colf e badanti: 13.600 per il 2026, 14.000 per il 2027 e 14.200 per il 2028.

Decreto flussi: migranti regolariDubbi sulle procedure – Se i numeri sembrano soddisfare le richieste delle categorie, destano invece qualche perplessità le procedure per ottenere effettivamente questi posti. Nello specifico non sembra funzionare il sistema del Click Day, ovvero il giorno in cui i datori di lavoro posso presentare le richieste di assunzione dei lavoratori. «Serve superare questo meccanismo e consentire alle imprese, tramite le associazioni, di presentare richieste scaglionate durante tutto l’anno, in base alle reali esigenze stagionali», ha sottolineato Romano Magrini, responsabile lavoro Coldiretti. Le critiche sono rivolte anche alle tempistiche, spesso troppo lunghe, e in controtendenza con la richiesta di flessibilità del mercato del lavoro attuale. «La procedura è eccessivamente farraginosa e ritarda notevolmente gli arrivi: se io richiedo uno stagionale ad aprile, non può arrivare a ottobre», così Cristiano Fini, imprenditore di Modena e presidente della Cia (Confederazione italiana agricoltori). Se il punto più critico riguarda il Click Day, il governo è già al lavoro per trovare un’altra soluzione: tra le ipotesi quella di sostituirlo con un sistema di prenotazioni anticipate. Tuttavia l’attuale Dpcm non prevede, per il momento, alcuna modifica in questo senso.

Confronto con gli anni precedenti – I numeri che si riferiscono allo scorso decreto flussi non sono confortanti. Secondo quanto è emerso dal monitoraggio della campagna “Ero Straniero” nel 2024 solo il 7,8% delle quote di ingressi stabilite dal governo si è trasformato in permessi di soggiorno e impieghi stabili e regolari. Nel 2023 la percentuale si era attestata al 13%.