Si è aperto alle 10 di oggi, giovedì 11 febbraio, il voto sulla piattaforma Rousseau. La domanda agli iscritti suona così: «Sei d’accordo che il M5s sostenga un governo tecnico-politico, che preveda un super ministero della Transizione ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal M5s, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Draghi?». Una domanda che molti osservatori hanno definito “manipolatoria” perché in qualche modo presuppone una risposta favorevole. Gli iscritti potranno votare sulla piattaforma fino alle 18, esito alle 19. Dopo il rinvio di martedì voluto da Beppe Grillo, sono arrivate le rassicurazioni che il Movimento stava aspettando per procedere: la fedeltà all’anima green dei pentastellati presente fin dalle origini e un occhio attento da parte del nuovo governo alle riforme approvate nei primi due esecutivi in cui sono stati protagonisti.  A parlare del nuovo ministero non è stato direttamente Mario Draghi ma la presidente del Wwf, Donatella Bianchi dopo le consultazioni a MontecitorioLa paternità del quesito è stata attribuita dal patron di Rousseau Davide Casaleggio al reggente Vito Crimi, precisando che «qualora dovesse vincere il “no”, si dovrà stabilire se il voto (che il Movimento esprimerà in Parlamento, ndr) sarà negativo o di astensione». Nonostante i commenti che gli elettori pentastellati hanno lasciato sul sito di Rousseau siano in gran parte contrari al governo Draghi, il ministro Luigi Di Maio ribadisce il proprio sì in un lungo post su Facebook. Stesso tenore per i post della ministra Lucia Azzolina e del presidente della Camera Roberto Fico.

Cos’è la piattaforma Rousseau – Considerato uno strumento di “democrazia partecipata”, una bozza della piattaforma Rousseau nacque nel 2012 sul blog di Beppe Grillo. Gli iscritti al blog espressero il primo voto “digitale” per selezionare i portavoce da presentare alle elezioni politiche di febbraio 2013. Per la prima vera e propria versione di Rousseau si è dovuto aspettare il 2016, con la creazione dell’associazione da parte di Gianroberto e Davide Casaleggio: nascono ufficialmente il “Progetto Rousseau” e l’associazione omonima. Alla morte del padre, Davide Casaleggio prese in mano la gestione della piattaforma, rinnovandola nel 2019. Conta più di 188mila iscritti che sono stati chiamati a esprimersi con 340 votazioni.

Strumento di potere – «Una formica non deve sapere come funziona il formicaio, altrimenti tutte le formiche ambirebbero a ricoprire i ruoli migliori e meno faticosi, creando un problema di coordinamento», questo passaggio del libro Tu sei rete di Davide Casaleggio sintetizza bene le contraddizioni della piattaforma. Più uno strumento di potere che di effettiva partecipazione dal basso dei cittadini alla politica. Come dimostra l’ultimo dibattito sul possibile governo di Mario Draghi, a decidere sul da farsi è il vertice del Movimento. Il percorso di democrazia diretta appare spesso solo “formale”. E’ stato così sin dagli esordi, quando nel 2016, tra le proposte degli iscritti da portare in Parlamento, emerse la riapertura delle case chiuse. Il Movimento ha preso atto della richiesta dei propri sostenitori salvo poi muoversi come volevano i vertici.

Non solo voti – Oltre a esprimersi su centinaia di quesiti formulati negli anni dal Movimento, gli iscritti alla piattaforma possono anche partecipare alla scrittura di disegni di legge a livello regionale, nazionale ed europeo. Con la funzione “Lex iscritti” è possibile proporre un proprio disegno di legge. Oltre l’ambito strettamente politico, su Rousseau si può richiedere assistenza legale e usufruire di un servizio di e-learning. Si trova anche il calendario degli incontri della Scuola Open Comuni, «per formare cittadini, attivisti, portavoce e futuri portavoce affinché i grandi valori e le grandi competenze presenti nella comunità, possano esprimere il loro massimo potenziale all’interno delle Istituzioni e al servizio della collettività».

Finanziamento – Nonostante Rousseau non sia un ente pubblico, i finanziamenti arrivano dalle tasche degli italiani. Il regolamento per la selezione dei candidati del Movimento prevede che tutti i parlamentari pentastellati si impegnino a versare 300 euro al mese per il supporto delle attività, compreso il sostentamento della piattaforma. Se si fa un calcolo degli introiti sui cinque anni di una legislatura, nelle casse dell’associazione presieduta da Casaleggio entrerebbero circa 6 milioni di euro di soldi pubblici.