«Ora cambierò tutto e volteremo pagina». All’indomani del voto popolare delle primarie, il Partito Democratico ricomincia da Nicola Zingaretti, già governatore della Regione Lazio. Il nuovo segretario del Partito non si è fermato alla maggioranza necessaria del 50 per cento più uno, ma attirando l’attenzione di un milione e ottocento mila votanti, si è preso il 70 per cento delle preferenze. «Voglio un campo largo in cui non sarò il capo ma il portatore di tante istanze», ha detto archiviando la gestione renziana.

«Voglio un partito inclusivo» – Nicola Zingaretti proverà a preparare il partito a riaffermarsi sulla scena politica. I Dem rimettono insieme i cocci rotti per fare un fronte comune inteso dal nuovo segretario come «aperto a una nuova alleanza di centrosinistra», contro il Governo che il neo segretario definisce « illiberale e pericoloso». Come farlo? Ascoltando le voci differenti che provengono dagli esponenti, vecchi e nuovi. All’ex premier Matteo Renzi, Zingaretti ha dedicato solo un breve scambio di battute circa il titolo del suo ultimo libro «Un’altra strada», mentre la strada, quella vera, imboccata dal neo segretario, lo porta a Torino, per incontrare Sergio Chiamparino, il presidente della Regione Piemonte.

Torino, prima tappa –  «La prima cosa che voglio fare da segretario del Pd è andare a Torino a dare una mano a Chiamparino sulla Tav». La prima mossa di Nicola Zingaretti, come annunciato, è quella di andare lunedì quattro marzo, nel primo giorno della nuova segreteria, a parlare del treno ad alta velocità, il Tav.  Il fronte comune di cui parla Zingaretti, si deve quindi unire davanti ad uno dei temi più scottanti, quello che divide le voci del Governo : il dossier sulla fattibilità dell’opera Tav.  Zingaretti non a caso ha scelto come prima meta Torino, città che è divenuta lo snodo nevralgico  tra Francia e Italia, ma anche tra Lega e Cinque Stelle, e tra le vari opinioni interne al Movimento. Nello stesso lunedì, contemporaneamente, il vice Premier Luigi Di Maio ha fissato un vertice con Davide Casaleggio nel capoluogo piemontese, e il neo eletto segretario si infiltra nelle fessure della spaccatura di Governo, tra il no dei Grillini e il si Leghista .

Riconquistare i delusi – Nel discorso d’esordio, Zingaretti ha deciso di parlare a tutti, soffermandosi sul «Nord produttivo»  tradito a detta del segretario, dal modello politico  e dalle promesse dell’alleato leghista del Governo. Il nord e Torino rappresentano quindi, il bacino di voti e di scontento da cui ricominciare, anche in vista delle prossime elezioni Regionali ed Europee: «I delusi sono tornati e torneranno», assicura Zingaretti, «stavolta non possiamo deluderli».

Una nuova opposizione – Il primo battibecco politico con il vice premier Matteo Salvini, il leader del Pd lo conclude velocemente con un «je rode» mentre si dilunga molto di più nei 25 minuti di discorso non «da capo, ma da leader di una comunità» quella dei 700mila votanti in cui ha riunito, gli ambientalisti che seguono il movimento della 15enne svedese, Greta Thunberg, i partigiani, i lavoratori, i disoccupati e i giovani.