E’ bastata un’ora e mezza per chiudere i giochi e trarre le conclusioni politiche: il governo-Renzi si dimette. Lo ha annunciato lo stesso Presidente del Consiglio nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi poco dopo la mezzanotte di domenica 4 dicembre. La formalizzazione delle dimissioni è prevista per il pomeriggio di lunedì.

Nel corso dell’intervento, di pochi minuti e letto su di un testo scritto – segno che Renzi aveva chiaro il risultato del voto già da qualche ora – il leader del PD ha assicurato di assumere tutte le responsabilità della sconfitta. “Io sono diverso – ha affermato con orgoglio il Presidente del Consiglio uscente, ragionando sull’incapacità della classe politica italiana di riconoscere qualsiasi sconfitta – “ho perso e lo dico a voce alta”. Inevitabili, dopo mesi di identificazione del governo stesso con il destino della riforma costituzionale Renzi-Boschi, le dimissioni dell’esecutivo, annunciate dal premier per la giornata di lunedì.

Italian Prime Minister Matteo Renzi looks on during a meeting at the Capitol Hill in Rome, Italy, May 5, 2016. REUTERS/Max Rossi/File Photo

“Nel pomeriggio riunirò il Consiglio dei Ministri per prendere atto del risultato inequivocabile del voto” – ha indicato Renzi – “quindi salirò al Quirinale per rassegnare le dimissioni”. Mattarella rappresenta una “guida salda” per il Paese – ha aggiunto ancora il premier, in quello che è parso un messaggio virtuale a osservatori internazionali e mercati, timorosi dei contraccolpi della sconfitta sulla stabilità politica del Paese. Nel discorso tutto improntato al senso d’orgoglio per il lavoro svolto dal suo governo, Renzi non ha esitato a complimentarsi con i leader del fronte del No referendario, nel corso della campagna elettorale definito un'”accozzaglia”. Su di loro, ha ragionato il premier, peserà da domani l’onore e l’onere del tradurre il risultato del voto in una nuova spinta propositiva, in primis con l’approvazione di una nuova legge elettorale.

Mentre dalla Lega a Forza Italia, dal Movimento 5 Stelle alla minoranza interna al PD si rincorrono i proclami di vittoria, Renzi ha voluto ricordare tutti i principali risultati ottenuti dal suo governo. “Lasciamo il posto migliore di come l’abbiamo trovato” – ha rivendicato l’ex sindaco di Firenze, evocando il linguaggio di gioventù del movimento scout. Renzi ha infine tenuto a rincuorare tutti i sostenitori della campagna per il Sì, spesisi nelle settimane passate con energia e passione: “chi lotta per un’idea non può perdere” – ha dichiarato, sollevando ogni collaboratore da responsabilità per la sconfitta. Tra i ringraziamenti, oltre allo staff della campagna ed ai volontari, non è mancato quello per la moglie Agnese, presente in sala durante l’intervento del premier.

“Sono pronto a passare il testimone della guida del governo a chiunque verrà dopo di me”, ha assicurato Renzi, anticipando i prossimi accadimenti politici se come sembra a questo punto scontato il Presidente della Repubblica accoglierà le dimissioni dell’esecutivo. Che resterà come da prassi costituzionale in carica per la gestione degli affari correnti sino all’insediamento del nuovo governo. “Porteremo a compimento l’approvazione la Legge di Stabilità e gli interventi a sostegno delle popolazioni terremotate” – ha garantito Renzi, in uno sforzo di rassicurazione di cittadini ed osservatori esteri. A poche ore dalla riapertura dei mercati europei.