“Desistenza”, rapporti con il Pd e giudizi critici su Mario Monti: Antonio Ingroia, leader di Rivoluzione Civile, spiega ai microfoni di Radio Anch’io la sua strategia in vista delle elezioni. “Non ci sono patti con il Pd”, assicura Ingroia, dopo che nei giorni scorsi il partito di Bersani aveva parlato di Rivoluzione Civile come “ingombrante” nelle regioni dove si deciderà la maggioranza al Senato. Sull’ipotesi di ritirare la lista da queste regioni (Lombardia, Sicilia, Campania e Veneto in particolare), Ingroia apre però uno spiraglio: “Si è parlato di un’ipotesi di una valutazione unilaterale di desistenza per il Senato nelle regioni dove non c’è la sicurezza di avere seggi. Ora le liste le abbiamo fatte, ma una volta raccolte le firme ragioneremo su questo”.
Ingroia smentisce chi lo definisce determinante per la corsa di Berlusconi: “Non mi sento affatto alleato di Berlusconi. Se dovesse arrivare un pareggio, la responsabilità non la porteremmo noi ma il centrosinistra”. Un centrosinistra che, sostiene Ingroia, ha sbagliato a non raccogliere il suo appello e a guardare invece verso Monti. Proprio contro il premier l’ex magistrato è molto critico: “Monti è più insidioso di Berlusconi. Il punto non è la persona, ma i contenuti: ha promesso delle cose e ne ha fatte altre. Non ha mantenuto la promessa della crescita. Strizza l’occhio al Pd e questo mi preoccupa”.
Nel promettere di togliere voti al “popolo dell’astensionismo”, Ingroia si riserva anche una battuta su Grillo: “Il Movimento Cinque Stelle deve fare un salto di qualità. Sin qui Grillo ha espresso le istanze dell’indignazione politica. ma quando si entra nelle istituzioni bisogna esprimere una politica di governo. Mi auguro che Grillo lo comprenda”.
Le prime reazioni alle parole di Ingroia arrivano dal deputato Pd Francesco Boccia, che dice: “Non ci sono accordi con Ingroia. In politica gli accordi o si fanno alla luce del sole o non si fanno. Gli apparentamenti li abbiamo chiusi con le primarie”. Boccia chiude con un appello: “Ci rivolgiamo agli elettori del movimento di Ingroia e ai dirigenti più avveduti: ogni voto dato a loro rischia di rafforzare l’asse Pdl-Lega”.
E proprio mentre Ingroia parlava a Radio Anch’io, è arrivata inaspettata la notizia dell’addio di Salvatore Borsellino a Rivoluzione Civile. Il motivo di attrito è la decisione di Antonio Ingroia di collocare in lista i due candidati indicati da Borsellino, Lidia Undiemi e Benny Calasanzio, dopo altre persone più note o indicate dai partiti. “In base alle contrattazioni di vecchio stampo tra i partiti o in base alla notorietà ed alla visibilità mediatica”, dice Borsellino. “A questo punto – prosegue il leader delle “Agende Rosse” – difficilmente potrò confermare l’appoggio alla lista di Rivoluzione Civile”.
Francesco Paolo Giordano