Dopo l’accelerazione, la frenata. Il Pdl prova a smorzare le polemiche all’indomani della riproposizione del progetto di legge con una stretta sulle intercettazioni. È il presidente della commissione Giustizia della Camera a rallentare: “Non sono la priorità”. Altre invece sono per Francesco Nitto Palma i provvedimenti urgenti: cassa integrazione e disoccupazione giovanile. “Sosteniamo con forza il governo Letta e riteniamo – precisa l’ex Guardasigilli – che debba adoperarsi per superare le difficoltà in cui si trova la cittadinanza. Il tema delle intercettazioni deve essere disciplinato, ma non è necessario farlo da qui alla prossima settimana”.

Di parere simile Mariastella Gelmini, che da una parte punta anche lei l’attenzione sulle questioni economiche (“è il punto centrale della rimonta di Berlusconi”, dice), dall’altra difende la legittimità di una stretta sull’ascolto delle conversazioni durante le inchieste:  “non credo che ci si debba stupire se il Pdl ha presentato una serie di progetti di legge tra cui la riforma delle intercettazioni, contenuta nel programma del nostro partito e nel documento dei saggi di Napolitano”.

Se dunque il Pdl rinvia la delicata questione delle intercettazioni ai prossimi mesi, il Pd da parte sua apre a una “riforma di sistema” della giustizia: “abbiamo un’occasione”, ricorda il capogruppo al Senato Luigi Zanda, che sottolinea come non sia nel programma di governo una modifica della legge sulla registrazione delle conversazioni. “Le intercettazioni non fanno parte delle emergenze che un governo al servizio del Paese deve affrontare. In ogni caso, voteremo contro”, mette le mani avanti Ivan Scalfarotto.

Così anche da Scelta Civica è l’ex pm Stefano Dambruoso a ricordare che i temi di giustizia più urgenti sono “corruzione e falso in bilancio. Un accordo su questi sono necessari prima di affrontare il tema delle intercettazioni”.

Francesco Paolo Giordano