Divise da tutto, ma unite su un punto. Giorgia Meloni ed Elly Schlein, in rappresentanza di centrodestra e centrosinistra, hanno trovato un accordo per inserire nel codice penale italiano il concetto di consenso nei casi di violenza sessuale, un argomento ritenuto da entrambe non ideologico.
La proposta di legge – Le due leader si sono accordate per far approvare in commissione giustizia un emendamento alla proposta di legge presentata a febbraio 2024 da Laura Boldrini, rappresentante alla Camera del Partito Democratico. Le relatrici Carolina Varchi, per Fratelli d’Italia, e Michela Di Biase, del Partito Democratico, hanno mantenuto l’unità in Commissione per modificare l’articolo 609-bis del codice penale riguardante la violenza sessuale. Il testo che sarà discusso al Parlamento a metà novembre include ora espressamente l’assenza di «consenso libero e attuale», ossia esplicito nel momento del rapporto, come discrimine per configurare un abuso. Il reato di violenza sessuale, che prevede una pena dai 6 ai 12 anni, viene inoltre ampliato a più casi. Nel Codice attualmente viene punito chi «con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali» approfittando delle «condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa» o «traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona». Ma con il nuovo testo sarà considerata anche la «particolare vulnerabilità della persona offesa», intesa anche dal punto di vista economico oltre a quello psicologico-emotivo.
Violenza e consenso – La modifica della legislazione sulla violenza sessuale verso un modello «consensualistico» è richiesta da più parti da tempo. La legislazione attuale infatti non tutela in modo esplicito chi subisce un abuso senza riuscire a reagire, immobilizzato dalla paura, se lo stupratore non usa in modo evidente forza o minacce.
La corte di Cassazione si era invece espressa a favore del considerare il consenso una caratteristica essenziale per giudicare la punibilità di un atto sessuale a novembre del 2024, riconoscendone la presenza nella giurisprudenza. L’Italia inoltre è tra i paesi che hanno ratificato nel 2013 la Convenzione di Istanbul, che contiene espressamente il concetto di consenso. Tra gli articoli della Convenzione, il 36, riguardante violenza sessuale e stupro, stabilisce al secondo comma che: «Il consenso deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto». La non applicazione del contenuto della Convenzione aveva più volte causato richiami dal gruppo di esperti del Consiglio d’Europa incaricato di monitorare l’applicazione della Convenzione, ma ora il testo approvato dalla commissione giustizia sembra andare proprio in questa direzione.
Reazioni – Il testo ha ricevuto l’approvazione di Laura Boldrini, che nella sua proposta di legge dava però inizialmente più peso al dissenso: «Sono felice che sulla base della proposta di legge che ho presentato si sia trovato un accordo tra opposizioni e maggioranza per introdurre nel nostro codice penale questo principio di civiltà. Ora il testo è pronto per l’aula». Reazioni positive anche dalla maggioranza, con la deputata del gruppo di Noi Moderati, Martina Semenzato, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, che ha definito l’emendamento «un accordo bipartisan che unisce la buona politica, quella del fare, sotto un principio: senza consenso, libero e attuale, è violenza».




