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Filippo Nogarin, sindaco 5Stelle di Livorno

Alla fine vince sempre lui, Beppe Grillo. Il marchio di fabbrica e di successo del Movimento 5 Stelle. Anche dopo il fallimento delle elezioni regionali in Calabria ed Emilia Romagna. Anche dopo le espulsioni e le polemiche interne sul direttorio. Anche dopo la manifestazione di domenica 7 dicembre del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti.

A due giorni dall’Open Day nella città emiliana, la sensazione è di assistere a un ricompattamento nelle file del Movimento. Quasi a voler ridimensionare e isolare la voce critica di un Pizzarotti in veste di rottamatore a cinque stelle. Filippo Nogarin, sindaco pentastellato di Livorno, lo fa attraverso una lettera pubblicata sul sito di Beppe Grillo dal titolo #IostoconBeppe. “Non sarò mai sufficientemente grato a Beppe per tutto quello che solamente grazie a lui è stato possibile. Non credo nelle divisioni e sono convinto che niente capita a caso”, recita l’incipit della dichiarazione di stima del sindaco. 

Allo stesso modo sembrano pensarla anche i deputati Manlio Di Stefano e Andrea Colletti. Il primo in un’intervista a Repubblica sottolinea che chiunque è libero di farsi il proprio partito, che “va bene la critica, ma se pensi che siccome sei sindaco di Parma allora puoi cambiare il Movimento, come dici tu, perché sei il più figo, non è così”. E Di Stefano ricorda che chi in passato ha cercato di fare qualcosa senza Grillo e Casaleggio “ha sempre sbattuto la faccia contro un muro”. Più conciliativo Colletti che alla Stampa dice che basterebbe una telefonata tra i due, Grillo e Pizzarotti, per chiarire la situazione. “Questa cosa di lavare i panni in pubblico non funziona e genera solo fraintendimenti”, dichiara apertamente Colletti che sul direttorio manifesta qualche perplessità. “Il metodo ha lasciato a desiderare; se ce l’avessero chiesto avremmo risposto a larga maggioranza che eravamo d’accordo indicando Luigi (Di Maio, ndr), Alessandro (Di Battista) e Roberto (Fico)”. Anche in questo caso però, la scelta è stata solo di Beppe Grillo. Lui è il movimento, lui decide. Almeno per ora.

 

Camilla Colombo