«Nessuno metterà gli scarponi in Siria: né Hollande, nè Obama, né noi. Non dobbiamo essere prigionieri della preoccupazione, sarebbe un regalo a Daesh». Il ministro degli esteri rassicura. Ai microfoni di Agorà, su Rai 3, Paolo Gentiloni dice con parole chiare che non è previsto alcun intervento militare di terra in risposta alla strage di Parigi. Per ora. Il Governo tenta di raffreddare i toni. L’emergenza terrorismo non entra nell’ordine del giorno di un Consiglio dei Ministri lampo, ma il clima resta teso. Nelle stesse ore, il Senato approva (319 favorevoli, 103 contrari, 13 astenuti) il decreto legge che proroga la partecipazione militare italiana in missioni internazionali e fornisce poteri straordinari alle forze speciali durante le operazioni militari. I nostri soldati non andranno in Siria quindi, ma continueranno a collaborare con i caschi blu dell’ Onu e con le forze della Nato nelle zone calde del pianeta. Il tema della sicurezza condiziona anche il dibattito intorno al patto di stabilità, in discussione in Parlamento. Ed è il premier Renzi a specificare che le spese per la difesa restano al di fuori.
In questo clima di massima allerta dopo gli attacchi di Parigi, anche la votazione in Parlamento del decreto legge sulle missioni, in calendario ogni sei mesi, acquista un’importanza particolare. «Pur rimanendo scettici su Libano e Afghanistan, la Lega Nord – dice il responsabile esteri del Carroccio Gianluca Pini – non può votare contro un decreto che finalmente dà poteri ai nostri servizi di uccidere i tagliagole in territorio straniero».
Il riferimento è alla possibilità appena introdotta per il Presidente del Consiglio di ordinare operazioni speciali all’estero affidate ai corpi militari d’élite, parà e incursori di Marina, che saranno equiparati anche come status giuridico agli agenti dei servizi segreti. L’esercito come 007. D’ora in poi quindi durante le operazioni speciali, «non sarà quindi punibile il personale che ponga in essere condotte previste dalla legge come reato- si legge nel testo- legittimamente autorizzate di volta in volta». Insomma, i nuovi James Bond, se autorizzati, potranno agire sopra le righe e sopra la legislazione. Ma fino ad un certo ad un punto. Licenza di uccidere quindi? Non proprio; il decreto prevede che «la speciale causa di giustificazione non si applica se la condotta configura delitti a mettere in pericolo o a ledere la vita o l’incolumità di una o più persone».
Gabriele Nicolussi