L’Italia è in recessione? No, poichè «chi stava al governo prima di noi ci ha mentito e non ci ha mai portato fuori dalla crisi». E’ stata questa la reazione del ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ai dati rilasciati dall’Istat sull’andamento dell’economia italiana nel quarto trimestre 2018. Insomma, per il vicepremier del governo giallo-verde negli anni passati non c’è stata nessuna crescita economica. Immediata la reazione di Pd e Forza Italia, che hanno chiesto che il governo vada a riferire alla Camera.

«Attentato alla fiducia» – Dura la replica al vicepremier da parte dell’ex ministro dell’Economia, Giancarlo Padoan: «Quello che Di Maio ha detto mina la fiducia reciproca su istituzioni indipendenti. Se non ci fidiamo di quei numeri non possiamo fare nulla assieme. Questo atteggiamento è pericoloso». Tramite i deputati Daniele Marattin e Renato Brunetta, invece, l’opposizione ha chiesto a Palazzo Chigi chiarimenti riguardo agli atteggiamenti del governo: sia per le parole di Di Maio sia per le anticipazioni del premier Giuseppe Conte.

«Infami e ignoranti» –  Le dichiarazioni di Di Maio ieri hanno fatto eco a quelle rilasciate il giorno prima da Giuseppe Conte, che aveva anticipato i dati dell’Istat: secondo il presidente del Consiglio il calo del Pil sarebbe legato all’export e, quindi, alla guerra commerciale tra Usa e Cina. Nessuna esponsabilità del governo in carica, insomma. Per il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, invece, l’unico possibile colpevole è l’esecutivo gialloverde: «Bisogna cambiare subito la politica economica e staccare la spina a questo governo» ha twittato il numero 2 di Forza Italia. Visione simile a quella condivisa da Padoan: «Quelle di Palazzo Chigi sul pil sono dichiarazioni infami e ignoranti. I dati parlano chiaro. L’andamento negativo è cominciato con la nuova maggioranza e con l’impatto dello spread». Si scaglia contro le politiche del governo gialloverde anche l’ex leader del Pd, Matteo Renzi. Per il “Rottamatore” «l’unica opzione è cambiare strada prima che sia troppo tardi».

«Nessuna manovra bis» – Secondo Palazzo Chigi, invece, la strada percorsa in questi mesi è quella giusta. Sia per Conte sia per Di Maio non c’è nulla di cui preoccuparsi: una manovra bis non servirà. Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia chiede invece di reagire ipotizzando un rallentamento ancora superiore nel mese di gennaio. Preoccupati anche i sindacati. «Per fermare la recessione bisogna partire da quello che da subito sbloccherebbe centinaia di migliaia di posti di lavoro, cioè le infrastrutture», ha commentato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.