“Non è il migliore dei sistemi. È il punto di incontro tra i desideri e la realtà”. Roberto D’Alimonte promuove l’Italicum: con il doppio turno e le circoscrizioni piccole consente la governabilità. La nuova formula elettorale che mercoledì 21 gennaio verrà discussa in commissione alla Camera. Entro maggio ci sarà l’approvazione in Parlamento.
Il 4 dicembre scorso la Consulta ha bocciato il Porcellum, sistema con il quale si è votato dal 2006 al 2013, perché “sovra-rappresenta” la forza politica vincitrice delle elezioni, e discutere una nuova legge che garantisca governabilità e rappresentatività si è reso urgente. “Qualunque cosa è meglio del proporzionale”, ha commentato D’Alimonte, politologo e consigliere elettorale di Matteo Renzi. A quanto decretato dalla Consulta, è un sistema proporzionale puro quello con cui si andrebbe a votare se si votasse domani.
Così si è arrivati a un compromesso: un modello spagnolo con molte correzioni, con liste bloccate, soglie di sbarramento alte (a partire dal 5%) e un premio di maggioranza a partire dal 35% dei voti, se il primo partito non dovesse raggiungere questa percentuale, ci sarà un doppio turno. Inoltre il Senato potrebbe diventare una camera delle regioni non elettiva.
Liste bloccate
Anche adesso gli elettori non possono scegliere un candidato (su questo punto Silvio Berlusconi è stato inamovibile), ma le circoscrizioni dell’Italicum saranno molto più piccole: saranno circa quante sono le province italiane composte da circa dieci nomi. È un espediente per rendere identificabili i nomi e collegati al territorio.
I voti però verranno ripartiti su base nazionale per consentire alle forze politiche che non raggiungono la soglia di sbarramento di essere rappresentati in Parlamento. È la mediazione voluta da Angelino Alfano, che teme di non arrivare allo sbarramento in tutte le circoscrizioni.
Soglia di sbarramento alta
Se in coalizione, i partiti che non raggiungono il 5% (ma su base nazionale) rimarranno fuori dal Parlamento. con il Porcellum è sufficiente il 2. Se invece ci si presenta soli, serve l’8% (ora è il 5). La frammentazione così è molto limitata. Per D’Alimonte così si eviterà “il ricatto dei piccoli partiti”. La direzione implicita in questa norma è favorire le prime due forze politiche. L’intera coalizione deve infatti raggiungere almeno il 12% per avere i suoi deputati.
Ma, se le Camere attuali fossero state elette con questo sistema ci sarebbero solo tre partiti: Pd, M5s e Forza Italia.
Premio di maggioranza
Con l’Italicum chi raggiunge il 35% dei voti conquista il 55% dei seggi: avrebbe 334 deputati e 296 tutti gli altri, così come previsto dalla bozza originaria della legge Calderoli. Al di sotto del 35, scatta il secondo turno, come avviene con le elezioni comunali. In questo caso però la coalizione raggiungerebbe il 53%.
Su questo punto ci sono i maggiori dubbi di costituzionalità: sarebbero più di 100 seggi in premio, ed è uno dei motivi per cui il Porcellum è stato bocciato dalla Consulta.
Vincenzo Scagliarni