Il corteo dei sindaci a Milano

Il corteo dei sindaci

Comuni in piazza a Milano contro la legge di Stabilità. Circa 500 sindaci di centrosinistra e centrodestra, sul petto la fascia tricolore, hanno manifestato la mattina del 21 novembre nel capoluogo lombardo per dire no alle politiche del governo. Dietro lo striscione in apertura del corteo, “Liberiamo i comuni dal patto di stupidità”, c’era anche Giuliano Pisapia: «Siamo pronti anche allo scontro istituzionale», ha detto il primo cittadino di Milano.

Insieme a lui, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che ha definito i comuni «un argine a un parlamento di nominati», e il suo collega torinese Piero Fassino, che si è detto pronto a manifestare «finché non otterremo correzioni».

L’appello rivolto al governo è di dare risposte chiare a tre problemi fondamentali, spiegati dal presidente dell’Anci Graziano Delrio a Rai radio 1: «Chiediamo una revisione del patto di stabilità e che le tasse locali rimangano a livello locale, con l’Imu tutta ai Comuni». Delrio ha sottolineato che i comuni «hanno subito tagli per quasi dieci miliardi di euro fino al 2013 e che quindi la situazione delle loro casse è preoccupante».

L’esasperazione dei primi cittadini, pur manifestata in modo pacifico, pare vicina ad esplodere. Il primo a parlare di «dimissioni globali» è stato Attilio Fontana, sindaco di Varese e presidente di Anci Lombardia. Una proposta che ha subito incontrato l’approvazione del sindaco veneziano Giorgio Orsoni («Pronti anche a dimetterci in massa»).

Sfilando in corso Magenta il corteo ha incrociato Piero Giarda, ministro per i rapporti con il Parlamento, diretto alla Prefettura. «Ministro, venga con noi», gli ha urlato uno dei sindaci. «Devo andare a prendere la Metro», ha risposto lui. Una risposta forse poco incoraggiante.

Lucia Maffei