Il ministro per le Pari opportunità Josefa Idem foto Repubblica.it

Una palestra per il fitness censita come abitazione: questo lo stratagemma che avrebbe permesso al ministro per le Pari opportunità Josefa Idem di non pagare l’Ici per quattro anni. Lo hanno scritto il 19 giugno alcuni quotidiani. Il caso è scoppiato a Ravenna, città dove l’ex campionessa di canoa risiede. Fino al 4 febbraio, è la ricostruzione di Fatto Quotidiano e Libero, la Idem ha dichiarato di abitare in via Carraia Bezzi, nella frazione di Santerno, anche se il marito e la famiglia sono residenti a pochi metri di distanza, in via Argine Destro Lamone. Il 4 febbraio, poi, dopo l’annuncio della sua candidatura nelle file del Pd, la Idem avrebbe spostato la residenza nella casa del marito e solo il 5 giugno si sarebbe messa in regola con l’Imu, grazie a “un versamento a titolo di ravvedimento operoso” per l’edificio di via Bezzi, fino al febbraio precedente considerato la prima casa e all’improvviso diventato “altra abitazione”.

Il capogruppo del Movimento Cinque Stelle al Senato, Nicola Morra, ha presentato una interrogazione scritta a risposta orale per il ministro: «Qual è stato l’esito del sopralluogo tecnico dell’11 giugno presso l’abitazione del Ministro Josefa Idem?» chiede il senatore grillino, prima di aggiungere: «La Idem non ritiene spiegare in aula le motivazioni di quello che, ci auguriamo, sia solo uno spiacevole equivoco? E qualora fosse verificato, il comportamento non perfettamente idoneo e corrispondente all’importantissimo ruolo di Ministro della Repubblica quale sarà il suo comportamento?».

Il ministro delle Pari opportunità ha replicato così: “Su tutta la vicenda ho dato tutte le carte ai miei avvocati che spiegheranno tutto. Ogni altra mia dichiarazione può essere male interpretata». A margine della visita alla Sinagoga di Roma, il ministro ha poi aggiunto: «Non ho voluto dichiarare niente in questi giorni: tutti questi aspetti sono stati in mano ai miei tecnici».

Luigi Brindisi