«Oggi i nostri capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli si confronteranno anche con le altre forze politiche. L’interlocuzione sulle presidenze delle Camere è slegata da ciò che riguarderà la formazione del governo». Luigi Di Maio, candidato premier dei 5 Stelle, sul blog del Movimento ha messo le cose in chiaro: trattative a 360 gradi per i leader di Camera e Senato, ma nessuna ipoteca sul colore di un possibile governo, dove tutto resta da discutere. L’uscita di Di Maio è anche in un certo senso la risposta all’ipoetsi di un governo con la Lega, dopo che il leader del Carroccio Matteo Salvini ha escluso solo una futura collaborazione con il Pd, manifestando una possibile apertura al dialogo con i pentastellati. Ma se la Lega prenderà questa strada, dovrà fare i conti anche con gli altri partiti della coalizione di centrodestra, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi per l’Italia. In casa azzurra, Silvio Berlusconi ha già escluso con i suoi fedelissimi la possibilità di un’intesa con i grillini.

Luigi Di Maio – Tra un tweet e una dichiarazione ai giornalisti, Di Maio ha precisato: «Non è in programma nessun incontro, ma continuerò a tenervi aggiornati su tutti gli sviluppi». Nella giornata di mercoledì 14 marzo, Di Maio e Salvini si sono sentiti per telefono intorno alle ore 20. I due politici si sono confrontati e, secondo quanto affermato da Di Maio, al Movimento dovrebbe spettare la Camera dei Deputati in quanto prima forza politica del Paese. «Questo ci permetterà di portare avanti, a partire dall’Ufficio di Presidenza, la nostra battaglia per l’abolizione dei vitalizi e tanto altro. Anche Salvini ha riconosciuto il nostro straordinario risultato, e io ho riconosciuto il successo elettorale ottenuto dalla Lega».

Matteo Salvini – A confermare il possibile accordo pro governo, in modo tale che ci si metta meno dei sei mesi impiegati dalla Germania, arriva il leader della Lega: «Niente Pd. No a qualsiasi governo che abbia al centro Gentiloni, Boschi, Minniti. Si può dialogare con il Movimento 5 Stelle. So che ci sono divergenze di programma, a partire dalla questione del lavoro. Noi puntiamo su aiutare a trovarlo e far migliorare l’economia, loro a dare assistenza. Tuttavia, se ne può parlare». Il linguaggio di Salvini sembra sottolineare soprattutto quelli che potrebbero essere i punti d’incontro con i pentastellati a partire dal taglio di vitalizi e delle spese inutili.  Un’apertura che fino a pochi giorni fa non era pensabile, ma che potrebbe essere la chiave per raggiungere una maggioranza e dar via all’iter per la formazione del nuovo governo.

Silvio Berlusconi – Un’alleanza questa, però, che non sembra trovare l’accordo di uno dei principali membri della coalizione del centrodestra, Silvio Berlusconi, che ha richiamato i suoi fedelissimi e ha sottolineato come non voglia accordarsi con il partito di Grillo. Berlusconi, a differenza di Matteo Salvini, ha voluto ribadire che non è possibile un dialogo con i pentastellati:«Ho aperto la porta per cacciarli via – ha replicato duramente il leader di FI arrivando alla Camera per l’assemblea dei gruppi e ha aggiunto – Preferirei lavorare con il Pd. Concordare con loro passo dopo passo, ma niente 5 Stelle».

Il battibecco all’interno del centrodestra riapre i giochi sugli accordi per le nomine alla presidenza delle Camera ma anche nuovi possibili scenari di governo, o per un ritorno alle urne dopo il via libera ad una nuova legge elettorale.