Si vota in Liguria per scegliere il nuovo presidente della Regione, carica vacante da luglio dopo le dimissioni di Giovanni Toti. Dalle 7 di domenica 27 alle 15 di lunedì 28 ottobre, gli elettori sono stati chiamati a decidere se affidare la giunta regionale al centrodestra capitanato da Marco Bucci, ex sindaco di Genova, oppure se cambiare rotta rispetto agli ultimi nove anni e puntare sul candidato del centrosinistra Andrea Orlando. Sono 1.341.799 i possibili elettori, lo 0,09% in più rispetto all’ultima tornata elettorale del 2020. L’ultimo dato delle 23 di domenica sera testimonia un calo di affluenza, con il 34,68% contro il 39,8%.del 2020.

Bucci – La scelta della coalizione di centrodestra è finita sul nome di Marco Bucci, sindaco in carica di Genova al suo secondo mandato. Sostenuto da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Unione di Centro e due liste civiche, Bucci non ha inizialmente accettato la candidatura a causa delle sue gravi condizioni di salute. Proprio durante l’estate è stato operato d’urgenza per rimuovere un tumore metastatico e per questo motivo aveva in un primo tempo scartato la proposta di candidarsi: Giorgia Meloni in persona ha contribuito a convincere Bucci che, a metà settembre, ha confermato la sua disponibilità..
Di origine genovese, Bucci, classe 1959, è stato a lungo dirigente d’azienda prima di entrare in politica e diventare primo cittadino di Genova dal 2017 al 2022, riconfermato poi alle elezioni dello stesso anno. Bucci ha votato domenica mattina al seggio della sua residenza nel quartiere di Carignano.

Orlando – Di tutt’altra genesi la candidatura di Andrea Orlando, scelto dal centrosinistra (Pd, Cinquestelle, Avs e Azione) per il “dopo-Toti” ancor prima che l’ex governatore sotto inchiesta della magistratura si dimettesse senza finire il mandato. Volto noto dell’opposizione, Orlando è stato cinque volte deputato, tre volte ministro durante i governi di Enrico Letta, Matteo Renzi e Mario Draghi. È tra i fondatori del Pd nel 2007 e per questo motivo gode di un ampio supporto nel partito e non solo, avendo incassato il sostegno anche di esponenti politici esteri come Yolanda Diaz, vicepresidente spagnola.
Orlando è nato a La Spezia nel 1969 da genitori campani legati al PCI, il partito da cui è cominciata la sua parabola politica durante la quale non ha mai avuto l’occasione di avere un riscontro popolare della sua influenza a differenza di Bucci, già sindaco. Anche lui, come l’avversario, ha votato domenica mattina alla scuola Revere di La Spezia.

L’affluenza – L’ultimo dato disponibile riguardo l’affluenza conferma il trend negativo rispetto al 2020, con una differenza del 5% in meno. C’è un particolare rilevante di questi dati: in tutti i comuni colpiti dalle alluvioni dei giorni scorsi i numeri si sono abbassati rispetto all’ultima tornata elettorale. Per esempio in comuni come Cairo Montenotte in provincia di Savona, dove si è allagato persino l’ospedale, i votanti alle 23 di domenica sera erano il 21,37% degli aventi diritto a fronte del 41,16% di 4 anni fa. Nonostante l’affluenza molto bassa, nei seggi dei comuni alluvionati non si sono rilevati problemi.

Un voto – Gli stessi candidati e gli esponenti più in vista dei rispettivi schieramenti hanno più volte evidenziato l’importanza del voto ligure: il caos politico generato dalla vicenda Toti ha spostato i riflettori sulla Regione contesa, la prima delle tre in scadenza nel 2024. Il 17 e 18 novembre i cittadini di Umbria e di Emilia Romagna saranno chiamati alle urne per lo stesso motivo. Le regionali sono un banco di prova per il governo in carica che vuole conferme su scala nazionale, tanto più in Liguria che è passata al centrodestra nel 2015. Infine sarà interessante valutare i consensi del Movimento 5 Stelle che sta attraversando una crisi interna e che ha fermamente bocciato l’ingresso di Italia Viva nella coalizione a sostegno di Orlando riducendo l’estensione del cosiddetto “campo largo”.