Enrico Letta

Enrico Letta (foto: enricoletta.it)

Sconfitto alle primarie, ceduta la poltrona di Palazzo Chigi, Enrico Letta è ancora in testa rispetto a Matteo Renzi. Quanto? 11 a 7. Dove? In libreria. Sono infatti una decina i volumi firmati dall’ormai ex premier, rispetto ai “solo” sette del rivale. Che però hanno avuto più ristampe.

Il tema dominante negli scritti di Letta è l’euro, il suo interlocutore e co-autore preferito Lucio Caracciolo, direttore della rivista «Limes». Con lui ha lavorato a due volumetti gemelli per Laterza: il fronte «Euro sì» sostenuto da Letta, e quello «Euro no» argomentato da Caracciolo. I due hanno anche dialogato sull’Unione europea in un altro testo uscito nel 2002 a doppia firma. Letta è anche l’autore di «L’Europa a venticinque», 130 pagine della collana “Farsi un’idea” del Mulino e dedicati alla Costituzione unica e agli allora venticinque Paesi dell’Unione.

Già, perché l’ultimo libro firmato da Letta – una riflessione sui tempi lunghi necessari per migliorare il Paese, intitolata metaforicamente «Costruire una cattedrale» – risale ormai al 2010. Diventato vicesegretario nazionale del Pd prima e presidente del Consiglio poi, in altre parole, Letta deve avere avuto poco tempo da dedicare alla scrittura. Al contrario di Renzi, che a partire dal 2010 ha scritto più di un libro all’anno: dal contributo al volume collettivo «La mi’ Firenze», storia degli ultimi sessant’anni della città, fino ai successi editoriali di «Fuori!», inno al cambiamento della politica (quattro ristampe in sette giorni), e «Stilnovo», rilettura della storia politica fiorentina alla luce della rottamazione. Doppia uscita per entrambi anche in edizione economica. Sempre al 2013 risale l’ultima opera originale dell’ex sindaco, «Oltre la rottamazione».

Incoronato dalle primarie segretario del Pd, ora a capo di un nuovo governo, è possibile che a Renzi capiti lo stesso destino del suo predecessore a Palazzo Chigi. Non avere tempo, modo, occasione di mettersi alla scrivania. Libero di consolidare il suo vantaggio ancora solido ma datato è invece Letta, che con i suoi 11 titoli è peraltro in testa non solo rispetto a Renzi, ma anche a Beppe Grillo (otto libri), Nichi Vendola (otto anche lui) e perfino Berlusconi (sei le sue opere).

Lucia Maffei