Primo impegno sul clima per Giorgia Meloni e il suo ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin: la COP27, la conferenza sui cambiamenti climatici, che questa volta si tiene in Egitto. C’è grande attesa per quanto riguarda le posizioni che Meloni, e il suo governo, prenderanno nei confronti della lotta al cambiamento climatico. Durante la campagna elettorale la leader di Fratelli d’Italia ha rivendicato con forza la propria idea su come l’Italia debba fronteggiare quest’emergenza: azioni, non parole. Un approccio che la premier ha definito conservatore: «Dobbiamo accompagnare imprese e cittadini verso la transizione verde senza consegnarci a nuove dipendenze strategiche».

Le prime scelte- In quest’ottica bisogna leggere la nomina di Pichetto Fratin al ministero dell’Ambiente, economista con una lunga militanza nella politica. Il Ministro, in quota Forza Italia, ha espresso in passato posizioni a favore del nucleare e soprattutto si è schierato contro lo stop, voluto dall’UE, alla produzione di macchine con motore endotermico (diesel e benzina) nel 2035. Giorgia Meloni e il governo hanno comunque garantito di voler tener fede a tutti gli impegni internazionali presi, come riportato anche nel programma organico del centro-destra.

ANSA / DANILO SCHIAVELLA / DBA

Ambiente ma anche economia- L’approccio pragmatico della premier in sostanza sostiene che: sì l’ambiente è importante ma in fondo l’economia lo è di più, dunque non si possono intraprendere misure di salvaguardia ambientale che rallentino il sistema produttivo. Nel programma di Fratelli d’Italia si legge tra i punti quello di: “Realizzare gli obiettivi della transizione ambientale ed ecologica del Pnrr salvaguardando il sistema produttivo colpito da anni di crisi, con particolare attenzione alle filiere industriali di difficile riconversione”. La presidente del Consiglio definisce invece ideologico l’approccio della sinistra per cui l’economia non risentirà delle limitazioni dovute alle leggi per salvaguardare il clima, ma anzi riceverà un incentivo all’economia creando innovazione e nuovi posti di lavoro grazie a queste limitazioni.

Dunque, misure pragmatiche nella lotta al cambiamento climatico purché queste non inficino sull’economia. Se per Meloni il summit di Sharm el-Sheikh rappresenta la prima uscita internazionale e il primo incontro sulle tematiche ambientali, la grande assente è Greta Thunberg. L’attivista svedese, con una visione radicalmente opposta a quella della premier, ha deciso di non parteciparvi in contrasto con l’ambientalismo di facciata. La linea Meloni è chiara, ma è ancora presto per sapere se troverà sponde negli altri leader presenti alla COP27 o se sarà costretta a riposizionarsi per assicurare il raggiungimento degli impegni presi.