È battaglia a colpi di videomessaggi tra Beppe Grillo e Matteo Renzi. A due settimane dal voto, il leader M5s prende la parola sul suo blog e torna a criticare il Sì al referendum, dando dei serial killer a Renzi e ai suoi alleati. Ma il premier non ci sta e ribatte: «Non cascateci, Grillo vuole solo sviare l’attenzione dai suoi problemi».
Il capo dei Pentastellati non usa, come suo solito, mezzi termini: «Abbiamo di fronte dei serial killer, persone che vogliono attentare alla vita dei nostri figli tra 20 anni”.  Nella riforma «c’è una clausola di supremazia, vuol dire che il governo avoca a sé tutti i contratti. Io devo avvisarvi, questa clausola significa che le multinazionali faranno direttamente i contratti con il governo». E l’affondo non si ferma. Ancora una volta a essere chiamata in causa è la dittatura di Pinochet, ma senza l’errore di Luigi Di Maio che aveva piazzato in Argentina il golpista cileno. «Ma qui siamo oltre il Cile – ha aggiunto il leader Cinquestelle – perché se fosse una dittatura e si facesse riconoscere, un Pinochet, un generale con le medaglie che dice “Sono un dittatore”, allora uno si organizza, va in clandestinità, fa il carbonaro, reagisce, fa delle cose..”».

La replica di Renzi. «Non cascateci: Grillo, che è uno straordinario professionista della comunicazione, dice che noi siamo i serial killer e tutti rispondono ma così nessuno parla più delle firme false». Nell’ufficio di Palazzo Chigi, il premier ha parlato di referendum nella diretta Facebook #Matteorisponde: «È una tecnica, Grillo e i 5 stelle in queste ore sono in difficoltà perché è emerso il reato delle firme false. Siccome sotto il profilo comunicativo sono all’angolo, Grillo inventa una frase a effetto cosicché tutti cadano nel tranello e improvvisamente si nasconde la realtà». Il presidente del Consiglio è anche tornato su uno dei suoi temi preferiti, l’instabilità politica che farebbe seguito a una vittoria del No. «La fisiologica instabilità italiana – ha ribadito – produrrà una classe aggrappata alla poltrona. Io non sto qui aggrappato al mantenimento di una carriera. Io non ho più nulla da aggiungere al mio curriculum».

«Un passo in avanti». A sostegno del Si, definito «un passo avanti», è tornato in campo anche Giorgio Napolitano, intervenuto nel programma tv Porta a Porta condotto da Bruno Vespa Il Presidente emerito della Repubblica tuttavia ha anche criticato il tono generale della campagna referendaria, «diventata una sfida largamente aberrante: non ritengo che uno degli obiettivi della riforma debba essere tagliare il numero dei parlamentari, ma avere un sistema più snello e un Senato rappresentativo delle realtà territoriali».