Nella campagna elettorale verso le elezioni Regionali della Lombardia, così come in quella nazionale, le proposte degli schieramenti sono passate quasi in secondo piano. C’era altro di cui parlare. Nel centrodestra il ritiro a sorpresa di Roberto Maroni, la nomina di Attilio Fontana e il “lapsus” sulla «razza bianca» dell’ex sindaco di Varese. Mentre il centrosinistra, che aveva scelto Giorgio Gori da quasi un anno, si è diviso sulla coalizione con Liberi e Uguali, alla fine sfumata. Ma dei programmi ci sono, e immigrazione, lavoro e sanità sono i temi più sensibili per i cittadini lombardi.
IMMIGRAZIONE
Fontana – Apri il programma del centrodestra e ti aspetti che il tema abbia uno spazio rilevante. Invece, nelle 105 pagine del candidato leghista, l’immigrazione compare quasi in fondo, a pagina 93. Soltanto dodici righe. Prima una precisazione: «In Lombardia gli immigrati regolari sono 1 milione e 200 mila, e la Regione Lombardia ha dimostrato di essere una delle poche regioni nell’applicazione dei percorsi di integrazione». Poi la stoccata: «Chi non ha diritto a rimanere deve essere rimpatriato immediatamente, come prevede la legge, a tutela della sicurezza dei lombardi. Su questo non si può transigere». Che cosa significhi questa frase, Fontana non l’ha scritto nel programma. Ma lo ha detto alle agenzie in queste settimane: «Se sarò eletto, la prima cosa che farò è espellere i 100mila clandestini che ci sono in Lombardia». Ma il sistema dei rimpatri è gestito dal Ministero degli Interni, a livello centrale, e la Regione non può eseguire materialmente le espulsioni. Nella realtà, insomma, questo obiettivo si tradurrà in una forte pressione verso il prossimo governo.
Gori – E sempre a colpi di agenzie è arrivata la replica di Gori. L’ultima proprio nella mattina dell’1 marzo: «Non è possibile cacciare 100mila clandestini dalla Lombardia. E dove li mette, in Veneto o Emilia-Romagna?». Piuttosto, secondo il sindaco di Bergamo, servono politiche «per dare un senso al tempo di attesa» dei richiedenti asilo. Anche nel programma del centrosinistra bisogna arrivare quasi in fondo per trovare l’immigrazione: pagina 105 su 136. Si parla di «contrasto dei flussi irregolari a favore di ingressi legali per ricerca di lavoro, come pure di corridoi umanitari per i rifugiati». Gori propone poi di redistribuire in modo omogeneo sul territorio i richiedenti asilo, e di ampliare l’adesione dei Comuni al Sistema di Protezione per i Richiedenti Asilo e i Rifugiati (SPRAR), superando progressivamente i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS).
LAVORO
Fontana – «Al lavoro!» è lo slogan che il candidato del centrodestra ha scelto per la sua campagna. Non a caso, le prime pagine sono dedicate proprio a “Lombardia più laboriosa: più futuro per i nostri figli”. Fontana vuole potenziare “Dote unica lavoro”, il sistema di politiche attive già avviato da Maroni per formare i disoccupati e metterli in contatto con le imprese. Una particolare attenzione è riservata a donne e famiglie: il centrodestra annuncia «nuovi incentivi all’occupazione e all’imprenditorialità femminile» e «forme innovative di welfare aziendale». Manca però una descrizione dettagliata di questi interventi. Infine, il lancio dell’operazione “Burocrazia zero” per facilitare l’attività delle imprese lombarde, e introduzione di misure per l’accesso al credito anche attraverso il potenziamento dei bandi regionali.
Gori – «Un patto per il lavoro» è la proposta del centrosinistra. Il sindaco di Bergamo promette una «nuova stagione di investimenti pubblici e privati in processi di innovazione». Un occhio particolare è dedicato alla dimensione internazionale, che viaggia su tre binari: promozione della Lombardia, attrazione di investimenti grazie alla creazione di una struttura regionale dedicata, sostegno al rientro degli italiani all’estero. Semplificazione amministrativa e accesso al credito per le piccole e medie imprese compaiono anche nel programma del centrosinistra, così come il potenziamento delle politiche attive per l’inserimento occupazionale. Insomma, le linee guida fondamentali dei due candidati, sul tema lavoro, non sembrano poi così distanti.
SANITA’
Fontana – La Lombardia ha punte di eccellenza nel campo sanitario: per questo la parola d’ordine di Fontana è continuità. Nel 2015 la giunta Maroni ha approvato una legge regionale sul sistema sociosanitario. Il centrodestra continuerà sulla strada intrapresa da quella riforma e si augura di godere di ulteriore libertà di amministrazione, anche in seguito al referendum sull’autonomia dello scorso 22 ottobre. La proposta più forte è l’investimento di 1 miliardo di euro in servizi di prevenzione. C’è poi un capitolo dedicato a “Mamme sicure, bambini protetti”: «Potenzieremo la rete materno-infantile», assicura Fontana. Le righe finali sono dedicate al tema dei ticket, motivo di scontro anche nelle ultime ore di campagna: l’obiettivo del centrodestra è «l’abolizione totale del ticket sanitario».
Gori – La proposta del centrosinistra sui ticket arriva proprio nel rush finale della campagna elettorale: «Taglieremo i superticket (cioè l’importo aggiuntivo di 10 euro su ogni ricetta per prestazioni di diagnostica e specialistica, ndr). In più», rilancia Gori, «alzeremo a 30mila euro la fascia di esenzione e renderemo i ticket progressivi in base al reddito». Niente abolizione totale, insomma, ma un sistema che garantisca i redditi più bassi. Se Fontana difende la riforma Maroni, Gori la contrasta: «Rivedremo radicalmente il progetto di presa in carico regionale». Il sindaco di Bergamo inoltre prevede un «piano straordinario di azzeramento delle liste di attesa» e infine annuncia un provvedimento pro-aborto: l’assunzione di medici ginecologi non obiettori per assicurare la piena applicazione della legge 194/78.