In Francia, a pochi giorni dal scontro elettorale con Macron del 7 maggio, la candidata di destra Marine Le Pen ha tenuto il discorso in occasione della festa del lavoro a Villepinte, Parigi. Tuttavia la leader del Front National ha usato le stesse parole utilizzate dal candidato dei Republicains, il centrodestra moderato, Fillon, in un comizio il 15 aprile a Puy-en-Velay. A denunciarlo è stato il canale YouTube Ridicule Tv. Il video dei due comizi in simultanea ha fatto il giro della rete e lo staff della candidata del Front National si è assunto la responsabilità dell’accaduto: «È una strizzata d’occhio voluta a un passaggio di un discorso emozionante sulla Francia. Dimostra che Marine non è una candidata settaria, ma che vuole unificare». Il plagio di discorsi e tesi di laurea da parte di politici e consorti ha messo in imbarazzo la classe dirigente in molte nazioni. In Germania un gruppo di accademici formato ad hoc ha individuato 16 politici colpevoli del reato: sono stati costretti a rassegnare le dimissioni. In Italia il ministro Madia, dopo che nella sua tesi sono state trovate 4mila parole copiate senza citarne la fonte, è stata riconfermata ministro anche dal governo Gentiloni. Ecco alcuni esempi di plagio famosi nel panorama politico internazionale.

Melania Trump e Michelle Obama, ex e attuale First Lady

Plagio di First Ladies. È il 19 luglio 2016 e Donald Trump ha vinto da poco le primarie per la corsa alla Casa Bianca. Melania Trump, moglie del tycoon, in un discorso ai delegati alla convention del partito Repubblicano, usa intere frasi di un discorso di Michelle Obama del 2008. Dopo la bufera partita sui social network, arrivò la giustificazione: sul sito della campagna elettorale di Trump fu pubblicata una lettera firmata da Meredith McIver, scrittrice che collabora con la famiglia di Donald. McIver diceva che, nei giorni di preparazione del discorso, Melania Trump l’aveva contattata per essere aiutata nella stesura. Si assunse la colpa: «Abbiamo parlato di molte persone che l’hanno ispirata e dei messaggi che voleva condividere con il popolo americano. Una persona che le è sempre piaciuta è Michelle Obama. Al telefono, mi ha letto qualche passaggio del discorso di Michelle Obama per farmi degli esempi. Me li sono appuntati e in seguito ho incluso gli appunti nella bozza finale del discorso. Non ho controllato i discorsi di Obama. Questo è stato il mio errore, e mi dispiace molto per il caos che questo ha comportato per Melania e per la famiglia Trump, così come per Michelle Obama. Non intendevo fare del male a nessuno».

Sempre a stelle e strisce. Se Melania e Donald Trump non hanno subito conseguenze per l’accaduto, un caso celebre di plagio negli Usa risale al 1987. Allora Joe Biden rinunciò a candidarsi alla Casa Bianca scottato da accuse di plagio e esagerazioni nelle sue credenziali accademiche: subì la gogna per non aver attribuito frasi prelevate da discorsi di John Kennedy e del leader laburista britannico Neil Kinnock nel raccontare la propria storia personale.

In Italia. La tesi di dottorato di Marianna Madia, ministro per la Semplificazione e Pubblica amministrazione nei governi Gentiloni e Renzi, sarebbe per il 40% copiata. La ministra però ha smentito: «gli autori e le fonti utilizzati sono citati in bibliografia; tra l’altro, queste presunte imprecisioni sarebbero rinvenute in una minima parte del testo».

Karl-Theodor Zu Guttenberg, ex ministro della Difesa del governo Merkel

Pugno di ferro tedesco. Nel 2011 in Germania lo scandalo di plagio travolse il barone Karl-Theodor Zu Guttenberg, ministro della Difesa del governo Merkel. Si scoprì che quasi metà della sua tesi di dottorato era copiata senza citare né virgolettare. Benché Angela Merkel abbia difeso Guttenberg affermando a più riprese: «ho nominato un ministro, non un accademico», l’opinione pubblica si fece pressante al punto che le dimissioni del ministro furono inevitabili. Comunque Guttenberg non sarebbe un caso isolato: il Centro di Studi britannici di Berlino insieme al gruppo di accademici del VroniPlag Wiki hanno stanato finora 16 politici tedeschi che avrebbero copiato le tesi di dottorato. Anche Annette Schavan, ex ministro dell’Istruzione, nel 2013 ha ricevuto un’accusa di plagio. Il titolo universitario fu revocato e la donna, sua sponte, si dimise dalla carica.

Hassan Rouhani e Vladimir Putin, presidenti di Iran e Russia

Nel resto del mondo. Un gruppo di attivisti iraniani nel 2013 scoprì che il presidente dell’Iran Hassan Rouhani aveva conseguito un dottorato in legge a Glasgow, in Scozia, copiando integralmente due passaggi di un libro di un autore afghano. Rouhani non subì ripercussioni politiche e persino l’Università di Glasgow archiviò il caso. Anche a carico di Vladimir Putin nel 2006 c’è stata un’accusa di plagio: secondo i ricercatori della Brookings di Washington 16 pagine su 20 della sua tesi in Economia erano copiate da un documento della University of Pittsburgh. Putin, come Rouhani e Victor Ponta, ex presidente della Romania, accusato anch’egli di plagio nel 2012, non si sono dimessi e non hanno mai ammesso il reato.