Lo Juventus Stadium è l'unico stadio di proprietà in Serie A

Lo Juventus Stadium, inaugurato nel 2011, è l’unico stadio di proprietà in Serie A

Torna in primo piano nel dibattito politico la questione degli stadi. Abortito il disegno di “legge sugli stadi” del 2008, mai approvato dal Senato, il futuro degli impianti italiani è finito nelle pieghe della legge di Stabilità. Tra gli emendamenti firmati mercoledì dal governo c’è una proposta dell’esecutivo che vuole semplificare l’iter necessario ad un imprenditore per costruire un nuovo impianto.

Secondo la proposta, per ottenere le autorizzazioni necessarie a edificare nuovi stadi – con un minimo di 500 posti coperti e 2.000 all’aperto – basteranno 14-15 mesi. L’imprenditore dovrà presentare al Comune uno studio di fattibilità, il piano economico-finanziario e l’accordo con le società sportive che utilizzeranno la struttura, sempre che non siano le società stesse a proporre la costruzione. La bozza vuole facilitare anche l’ammodernamento degli impianti sportivi esistenti e stanzia 45 milioni di euro per rifinanziare il fondo stadi nel prossimo triennio: 10 nel 2014, 15 nel 2015 e 20 l’anno successivo.

Gli stadi destinati a ricevere gli incentivi del governo ricordano il cosiddetto “modello inglese”: non saranno solamente arene per il calcio, ma impianti polifunzionali con cinema, negozi, ristoranti e attività per le famiglie. E fin qui tutto tranquillo. Ma c’è un aspetto sorprendente dell’emendamento che va oltre gli stadi stessi e sul quale già infuria la polemica. Il testo riguarda infatti “interventi urbanistici di qualunque ambito o destinazione, anche non contigui agli stadi, purché siano funzionali alla valorizzazione sociale del territorio”.

In pratica la legge finirebbe per offrire una scorciatoia alla costruzione di nuovi palazzi che secondo Legambiente “non ha nulla a che fare con lo sport”. L’associazione, che giudica l’emendamento “vergognoso”, ha già lanciato una conferenza al Senato, cui parteciperà anche Green Italia, per “denunciare e bloccare l’emendamento del Governo alla Legge di Stabilità che con il pretesto di realizzare nuovi stadi consentirebbe la costruzione di interi quartieri in deroga alle previsioni urbanistiche e alle norme di tutela ambientale”. Anche diversi parlamentari del Pd e dei verdi si sono detti profondamente contrari. Su tutti il presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, Ermete Realacci, che ha sparato a zero sulla proposta: “Per l’ennesima volta una lobby legata ai costruttori utilizza in modo assai improprio una norma di finanza pubblica per riproporre un emendamento che utilizza la necessità di rinnovare gli impianti sportivi come un cavallo di Troia per interessi speculativi”.

Francesco Giambertone