Il ministro per le riforme costituzionali Gaetano Quagliariello con Roberto Calderoli, autore del Porcellum

Ci sono il Porcellinum, la Convenzione e il ritorno al Mattarellum, ma nessuno vuole più il Porcellum. Le definizioni, al limite della stravaganza, per trovare la quadra sulla nuova legge elettorale si sprecano nell’aula del Senato. Si sono aperti il 29 maggio i lavori in Parlamento per avviare il percorso delle riforme. I partiti hanno presentato cinque mozioni. Il testo della maggiornaza, firmato dai capigruppo Roberto Speranza (Pd), Renato Brunetta (Pdl), Lorenzo Dellai (Scelta Civica) e Pino Pisicchio (gruppo Misto), ricalca il compromesso raggiunto nella tarda sera di ieri.

I partiti di governo hanno intenzione di presentare entro la fine di giugno un disegno di legge costituzionale. I presidenti delle Camere dovrebbero nominare un comitato di 20 deputati e 20 senatori, su indicazione dei gruppi parlamentari, da scegliere all’interno dei componenti delle commissioni affari costituzionali. Questo comitato avrebbe potere referente, cioè al Parlamento sarebbe riservato solo il compito di approvare o meno il testo deciso nelle commissioni. Al comitato sarà conferito anche il compito di rivedere la forma dello Stato, di governo e l’assetto bicamerale del Parlamento.

Dal Pd però è arrivata un’altra mozione. Il deputato Roberto Giachetti ha raccolto cento firme “trasversali” tra i parlamentari per un ritorno al Mattarellum, la legge elettorale in vigore prima del Porcellum. L’operazione condotta in modo autonomo da Giachetti sta creando frizioni con i vertici del Partito Democratico, che con la presentazione del ddl costituzionale hanno raggiunto un difficoltoso compromesso con il Pdl.

Il Movimento Cinque Stelle ha proposto un referenudm popolare per chiedere ai cittadini di esprimersi sull’opportunità di modificare e in quale modo la forma di governo e di Stato.

La Lega con Giancarlo Giorgetti, uno dei saggi nominati da Napolitano, spinge per la Convenzione, una commissione composta da parlamentari con il compito di preparare i testi per le riforme istituzionali. La mozione di Sel elenca tutte le richieste che vanno dalla riforma della seconda parte della Costituzione alla riforma del numero dei deputati e dei senatori fino alla revisione dell’art.49 della Costituzione sulla democrazia interna e la trasparenza dei partiti.

Luigi Caputo