Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera

Un «Mattarellum» rinforzato. Metà maggioritario, metà proporzionale. È stata ribattezzata «Rosatellum» la nuova proposta di legge elettorale, dal nome del capogruppo del Partito democratico Ettore Rosato. Il testo è stato depositato nella serata di mercoledì 17 maggio dal nuovo relatore, Emanuele Fiano, e dovrebbe approdare a Montecitorio il 29 maggio. Il primo a chiedere il rispetto dei termini, sul suo profilo Facebook, è Matteo Renzi. Ma il nuovo sistema non convince il Movimento Cinque Stelle. Secondo il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, al Senato i membri del Pd non riusciranno a farla approvare e «torneranno da noi con la coda tra le gambe».

Come funziona – Con il nuovo sistema elettorale i seggi di Camera e Senato verrebbero spartiti con gli stessi criteri. Per una metà attraverso collegi uninominali a turno unico, per l’altra metà con metodo proporzionale in listini bloccati di massimo quattro candidati (così da rispettare la sentenza 1/2014 della Corte Costituzionale – quella che ha bocciato il «Porcellum» – che ha ritenuto ammissibili le liste bloccate solo se corte, perché permetterebbero la conoscibilità dei candidati). Fiano è entrato nelle pieghe della sua proposta: «Si vota con la scheda unica nella quale i candidati dei collegi sono associati alle liste di riferimento. Indicando o il nome del candidato al collegio o segnando con una X il simbolo del partito si dà il voto all’uno e all’altro, non essendo previsto il voto disgiunto». La soglia di sbarramento, invece, è del 5%: più alta di quelle previste dal Mattarellum (4%) e dall’Italicum al (3%).

A chi piace e a chi no –  A differenza della precedente proposta, ritirata dallo stesso Pd, di armonizzare i sistemi vigenti nelle due camere, estendendo l’Italicum al Senato, il «Rosatellum» ha le potenzialità per incidere con più forza sulle scelte elettorali e sugli scenari post-voto. Le liste con un forte radicamento territoriale, come Pd e Lega, verrebbero avvantaggiate. Anche perché il nuovo sistema non prevede lo scorporo del vecchio «Mattarellum»: i voti che serviranno a eleggere i candidati nei collegi uninominali, non venendo scomputati dalla quota proporzionale, di fatto varrebbero doppio, col risultato di dare una forte spinta maggioritaria. Per Di Maio «È chiaro che si stia provando a fare una legge contro il M5S insieme a Verdini e a qualche pezzo del Gruppo misto e con una Lega Nord, che prima urlava all’inciucio e ora si butta nella mischia». Contraria anche Forza Italia. Secondo Renato Brunetta la nuova proposta «moltiplicherà i ricatti che a livello locale i piccoli gruppi porteranno avanti verso i partiti maggiori». Pier Luigi Bersani, invece, ha parlato di invenzione «ad usum delphini, che non garantisce la governabilità, lede la rappresentanza e abbonda nei nominati»Lo sbarramento al 5% fa sorgere dubbi anche sulla posizione di Angelino Alfano.