«Grillo ha ucciso questa #leggeelettorale», scrive il dem Lorenzo Guerini su Twitter commentando la sospensione delle votazioni sulla legge elettorale. La crisi è arrivata dopo l’approvazione con 270 sì, 256 no e 1 astenuto di un emendamento, respinto in Commissione, sui collegi uninominali in Trentino Alto Adige votato, tra gli altri, anche dal Movimento Cinque stelle. A rivelarlo è stato un errore tecnico del tabellone dove non sono apparse le palline blu dello scrutinio segreto, bensì quelle rosse e verdi che si usano per quello palese.
Il botta e risposta – Il pentastellato Riccardo Fraccaro ha respinto le accuse mosse dal PD sul voto sottolineando che i grillini avevano già fatto sapere quale sarebbe stata la loro posizione. «Si tratta di un emendamento largamente condiviso ma non si vuole fare passare per non fare saltare l’accordo, e quindi la legge elettorale si ferma a Borghetto». Smentisce il capogruppo dem alla Camera Ettore Rosato: «Il M5S ha votato contro in commissione. Ma non me la prendo solo con loro, io condanno tutti i franchi tiratori in quest’aula che non hanno il coraggio di assumersi la propria responsabilità». Critici anche Emanuele Fiano e David Ermini. «I grillini per problemi di tenuta interna bloccano la legge elettorale. Scaricano sul paese i loro problemi. La loro è una tattica da vecchia politica. Voltagabbana opportunisti che al momento della prova della verità hanno usato il voto segreto per rimangiarsi tutto cercando scaricare sugli altri le loro responsabilità. Dicono una cosa e ne fanno un’altra: gente priva di qualsiasi credibilità sempre in fuga dalla verità». A questo punto le alternative sono due: prendere tempo e rimandare la discussione a martedì o far saltare tutto.
I #cinquestelle fanno fallire la #LeggeElettorale. Per pochi secondi il voto è stato palese, loro hanno votato a favore questa è la prova. pic.twitter.com/wKcz78gTES
— Emanuele Fiano (@emanuelefiano) 8 giugno 2017
Il M5S e la legge elettorale – Il M5S è, sulla carta, uno dei sostenitori della nuova legge elettorale insieme a PD, Forza Italia e Lega Nord. Ciò nonostante, negli ultimi giorni ci sono stati una serie di dietrofront che hanno rischiato di far saltare l’accordo. Il leader Beppe Grillo crede infatti che il sistema maggioritario alla tedesca con sbarramento al 5%, crei molta confusione e non ha mancato di farlo notare. Prima attraverso una dichiarazione, poi con un post apparso sul blog nel quale si rimandava il voto agli iscritti che a molti era parso un tentativo di defilarsi. «Senza i grillini, la legge sarebbe morta.O ci siamo tutti e quattro o non ci siamo più», aveva dichiarato il capogruppo dem alla Camera Ettore Rosato a proposito di questo scenario che ora è diventato realtà.
Franchi tiratori – Il PD aveva avanzato già nella mattinata del 7 giugno la possibilità che si nascondessero dei franchi tiratori all’interno del Movimento. In occasione del voto sulle pregiudiziali, mancavano infatti circa 66 voti alla maggioranza che sostiene la legge. L’ipotesi era però stata esclusa dal vicepresidente della Camera Luigi di Maio: «Il Movimento Cinque Stelle porta avanti responsabilmente le proprie votazioni del proprio gruppo per dare una legge elettorale a questo paese e andare a votare il prima possibile». A riprova delle trasparenza del movimento, i grillini avevano poi proposto di rivelare le votazioni dei propri deputati sui circa duecento emendamenti alle legge elettorale, pur essendo a scrutinio segreto. «Dovete votare con un dito solo, non infilare tutta la mano nella fessura dove si trovano i tre pulsanti del sì-no-astenuto, in modo che si capisca da che parte votate e dopo aver cliccato togliete subito la mano», ha detto Rocco Casalino, responsabile della comunicazione grillina al Senato che ha poi aggiunto: «Se possibile filmatevi». La decisione era stata criticata da tutti le principali forze politiche che avevano invocato un intervento deciso della presidenza. Secca la risposta della Boldrini. «La presidenza non ha il tempo di guardare le agenzie, ognuno si assuma le proprie responsabilità».
Il M5S e il voto segreto – I grillini non hanno mai approvato il voto segreto che ritengono contrario alla loro politica della trasparenza. Già in un post pubblicato sul blog nel marzo 2013 si leggeva: «Il voto segreto non ha senso, l’eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese. Se questo è vero in generale, per il MoVimento 5 Stelle, che fa della trasparenza uno dei suoi punti cardinali, vale ancora di più. Per questo vorrei che i senatori del M5S dichiarino il loro voto. Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze». Filmare il voto non sarebbe comunque incostituzionale. Marco Cuniberti, professore di diritto costituzionale alla Statale, precisa infatti che la Costituzione sancisce all’articolo 48 la segretezza del voto ma si tratta di quello del cittadino all’interno dell’urna. Per quanto riguarda l’aula, la pratica maggiormente adottata è quella del voto palese sostituita, a volte, dallo scrutinio segreto. Nel caso in cui questa modalità, prevista dai regolamenti parlamentari, sia violata, il voto sarebbe comunque valido ma il parlamentare potrebbe essere soggetto a sanzioni. Finora, però, l’Aula ha deciso di non imporne.