Il grafico ha la forma di una L. È la discesa verticale di Piazza affari che, martedì 26 febbraio, riapre al -4 per cento. Sono le reazioni della Borsa all’incubo dell’ingovernabilità italiana, dopo il risultato delle elezioni. Ieri, 25 febbraio, man mano che lo spoglio procedeva, avevano prevalso le oscillazioni, con il listino passati da un +4 a un -4 nel giro di un pomeriggio.

Nell’incertezza generale, lo spread Btp-Bund è salito con regolarità dai 260 punti di ieri ai 330 di oggi. Tuttavia, a esser preoccupante, è l’impennata dei Credit default swap: i titoli “tossici” sono saliti di 43 punti in poco tempo e questo lascia presagire ondate speculative sull’Italia.

Nonostante il successo inatteso di Silvio Berlusconi, neppure il titolo Mediaset si avvantaggia dell’instabilità politica: perde anch’esso il 4 per cento, in linea con gli altri titoli del Fste-Mib. Tuttavia, a rimetterci sono soprattutto i titoli dei maggiori gruppi bancari: Intesa Sanpaolo -7,67%; Mediobanca -5,55%; Banca Monte Paschi Siena -6,63%; Ubi Banca -6,93%; Mediolanum -6,97%; Banco Popolare -7,59%. La discesa media di oltre 7 punti – iniziata con la smentita degli instant poll di ieri 25 febbraio – è un’altra avvisaglia della speculazione finanziaria a cui il sistema Paese potrebbe esser sottoposto.

Le conseguenze nel lungo periodo non sono chiare ma, la perdita di fiducia nei titoli bancari sommata alle incertezze sul futuro, potrebbe indurre le agenzie di rating a declassare ancora l’Italia e a far lievitare i tassi d’interesse sui buoni del tesoro.

L’incertezza politica sta avendo forti ripercussioni sulle aree periferiche della zona euro: in forte calo anche la borsa di Madrid. Tutto ciò può estendersi anche tutto il mercato della moneta unica, tanto più perché le forze politiche che si sono affermate in Italia – Pdl e Movimento 5 stelle – hanno più volte espresso opinioni contrarie alle politiche europee.

Vincenzo Scagliarini