Foto di: Giuseppe Lami/Ansa

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Luca Lotti si salva e anche Matteo Renzi tira un sospiro di sollievo. Anzi, l’ex presidente del consiglio attacca il Movimento 5 Stelle che aveva presentato in Senato la mozione di sfiducia al ministro per lo Sport indagato per il caso Consip: «Il M5s le fa solo per trovare un po’ di spazio sui giornali, poi prende delle sonore libecciate – ha detto nella serata di mercoledì 15 marzo in diretta su Facebook -. È stata una mozione di sfiducia respinta con perdite». E ancora: «Presenterò querele corpose a chi insulta».

Il voto – Netto l’endorsement per Lotti: 161 i no, solo 52 i sì. I presenti erano 219, ma hanno votato in 215. Oltre al Movimento 5 Stelle, contro l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio si sono scagliati la Lega Nord e Sinistra Italiana. Al suo fianco, oltre al Partito Democratico, anche i verdiniani di Ala: una mossa che lo stesso Pd avrebbe evitato volentieri visto che lo stesso Verdini è legato proprio alla vicenda Consip. La difesa di Lotti è stata convincente: «Colpendo me si vuole colpire Renzi e la stagione del riformismo. Chi chiede le mie dimissioni è politicamente scorretto. Io prima di voi attendo la verità. La verità prima o poi arriva. Quando la verità arriva porta con sé le responsabilità, anche di chi ha mentito. Per paura o per altri motivi che non tocca a me indagare. Né io né i miei collaboratori abbiamo fatto qualcosa di illegittimo». E contro chi ha provato a sfiduciarlo ha aggiunto: «Non accettiamo lezione di moralità da un movimento fondato da un pregiudicato».

La mossa degli scissionisti – Forza Italia non ha partecipato al voto, così come il Movimento democratici e progressisti nato dopo la scissione delle minoranze del Pd. Una scelta che si spiega con le parole di Roberto Speranza: «Non inseguiamo i grillini, non voteremo la mozione M5s che serve a fare demagogia, ma non dire sì alla mozione M5s non vuol dire far finta che il problema non esiste. A me interessa che non si metta la testa sotto la sabbia su un problema politico». Per questo Mdp ha presentato al Senato una mozione per sospendere le deleghe al ministro Lotti. Prima firmataria è Cecilia Guerra, l’obiettivo è «chiarire la vicenda che lo vede coinvolto» senza indebolire per partito preso il governo.

Il caso Consip – Luca Lotti, 34 anni, è ministro per lo Sport, il più “renziano” tra gli uomini dell’esecutivo Gentiloni. È indagato per favoreggiamento e rivelazione del segreto istruttorio nell’ambito dell’indagine Consip, la centrale unica degli acquisti della pubblica amministrazione: avrebbe segnalato l’esistenza di un’indagine in corso e la presenza di “cimici” nell’ufficio dell’amministratore delegato Luigi Marroni. Un filone parallelo dell’inchiesta vede indagato per traffico di influenze illecite Tiziano Renzi, padre dell’ex premier. Ma in Senato Lotti ha detto di essere tranquillo: «Non ho mai avvisato l’ingegner Marroni di un’indagine in corso su Consip. Sostenere il contrario significa incorrere nel reato di calunnia».