Riflettori accesi del governo sull’università di Bologna per la mancata attivazione di un corso di laurea in Filosofia dedicato a una quindicina di ufficiali dell’Esercito. A manifestare sdegno sono i ministri della Difesa, Guido Crosetto, dell’Interno, Matteo Piantedosi, e dell’Università, Anna Maria Bernini. Quest’ultima, dopo aver parlato di «decisione discutibile» e di «rinuncia alla missione formativa», ha messo in programma per oggi pomeriggio – lunedì primo dicembre – una visita all’Accademia militare di Modena, da dove sarebbero venuti i giovani in divisa.

Antefatto – Oltre un mese fa, il 23 ottobre, la riunione del Consiglio di Dipartimento di Filosofia era stata interrotta da un gruppo di studenti appartenenti anche a Cambiare Rotta e al Collettivo universitario autonomo, che rivendicava la contrarietà di vedere l’ateneo «trasformato in strumento al servizio della guerra» e in «luogo di legittimazione militare». Una protesta legata alla questione palestinese. Il Dipartimento infatti stava discutendo se avviare una convenzione per permettere ai cadetti di Modena di seguire corsi nelle sue aule. Il giorno successivo il direttore del dipartimento, Luca Guidetti, comunica la decisione: «Non sussistono più le condizioni materiali e formali per portare avanti il progetto di convenzione con l’Accademia militare di Modena per un curriculum di Filosofia».

La polemica – Ad accendere la scintilla di questi giorni è stato il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il generale Carmine Masiello, proprio a Bologna sabato 29 novembre per gli Stati generali della ripartenza. A distanza di un mese si è detto «sorpreso e deluso», sottolineando come «la guerra non sia un problema solo dei militari ma di ogni cittadino». La sua proposta era motivata dalla volontà di «creare un pensiero laterale nell’esercito, per dare la possibilità di pensare in maniera differente e uscire dallo stereotipo». A ruota, il titolare della Difesa Crosetto ha commentato su X: «I professori dell’ateneo di Bologna possono stare tranquilli: quegli ufficiali che loro oggi rifiutano sdegnati, oggi, domani e sempre, saranno pronti a difenderli ugualmente, ove e in caso fosse necessario». Dal Viminale, Piantedosi ha definito l’episodio «una decisione incomprensibile che mi addolora».

Formazione in Accademia militare – I corsi di laurea proposti dall’Accademia militare sono regolati da convenzioni con gli atenei dell’università degli Studi di Torino, del Politecnico di Torino e dell’università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Le lezioni in parte avvengono nell’Accademia militare e in parte nelle università. L’Alma mater di Bologna invece non è coinvolto da questo tipo di programmi. La più antica università del mondo è legata al ministero della Difesa attraverso un accordo specifico di collaborazione quinquennale che riguarda però lo studio del patrimonio immobiliare dell’Esercito, in relazione alla valenza storico-culturale e alla conservazione dei caratteri identitari e delle testimonianze della storia militare. Un’altra convenzione dell’Alma mater è con la Marina, che ha ad oggetto il diritto e la cultura del mare, la tutela dell’ambiente, la biodiversità e la salvaguardia del patrimonio marittimo architettonico. Risalgono rispettivamente al 2022 e al 2023. Per quanto riguarda la mancata attivazione del corso di laurea, Il rettore Giovanni Molari ha dichiarato che si è trattato di una «scelta autonoma del dipartimento».