“Il nostro interesse è che si arrivi a una soluzione amichevole nell’interesse del Movimento genovese”. Marika Cassimatis tende la mano a Beppe Grillo dopo che ieri, 10 aprile, il Tribunale di Genova ha sospeso la decisione del garante di escluderla dalla corsa a sindaco per il Movimento 5 Stelle. Ma l’appello della professoressa di geografia, al momento, cade nel vuoto. Sul blog dell’ex comico si legge ancora il post di ieri pomeriggio, che sentenzia: Cassimatis “non è né sarà candidata con il MoVimento 5 Stelle a Genova alle elezioni dell’11 giugno”. Cosa accadrà se la frattura non sarà ricomposta? Probabilmente, il Movimento 5 Stelle non parteciperà alle elezioni per il capoluogo ligure.

Cassimatis cerca l’intesa – Marika Cassimatis aveva vinto a sorpresa le “Comunarie” del Movimento lo scorso 14 marzo, battendo il favorito Luca Pirondini. Ma Beppe Grillo aveva annullato la votazione perché, a suo dire, Cassimatis e altri membri della lista “hanno ripetutamente danneggiato l’immagine del MoVimento 5 Stelle”, tra l’altro “condividendo pubblicamente i contenuti e la linea dei fuoriusciti dal M5S”. L’accusa implicita era la vicinanza con Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma eletto coi 5 Stelle e poi cacciato. Ora il giudice ribalta la decisione di Grillo e Cassimatis esulta. Pur di tornare in buoni rapporti col Movimento, l’attivista di origini greche si dice disposta a ritirare una delle due querele per diffamazione, quella presentata contro Alessandro Di Battista per i suoi commenti dopo la decisione di Grillo (“Bisogna tutelare il Movimento in una vasca di squali”, aveva detto il deputato romano). Cassimatis manterrà invece la denuncia contro Grillo, colpevole – a suo dire –  di aver usato “parole offensive” nei suoi confronti. Se i tentativi di mediazione non andassero a buon fine, Cassimatis potrebbe comunque correre da indipendente senza il simbolo del Movimento, rischiando però di non avere il sostegno della base, legata al suo garante.

Ricorso del M5S – Nella posizione del Movimento 5 Stelle c’è una sola certezza: l’opposizione netta a Cassimatis. Ma non è facile prevedere le prossime mosse dei vertici pentastellati. Il primo passo sarà verosimilmente il ricorso contro la decisione del Tribunale di Genova. Ma se il verdetto venisse confermato anche in appello, Grillo e Casaleggio si troverebbero a un bivio. La prima pista: correre comunque con il candidato sindaco Luca Pirondini, sconfitto nelle “Comunarie” e riabilitato grazie a una votazione nazionale sul blog nella giornata del 17 marzo. La lista Pirondini, tuttavia, non potrebbe utilizzare il simbolo del Movimento, ma dovrebbe presentarsi come lista civica (magari con un logo riconducibile al Movimento). La seconda pista, invece, prevede il ritiro dei 5 Stelle dalla corsa. Un colpo durissimo nella città che è stata culla del Movimento, ma anche una via d’uscita per evitare ulteriori passi falsi.

Il precedente della Sardegna – E proprio la scelta di non correre, alla fine, potrebbe prevalere. Due indizi portano in questa direzione. Da un lato, nel post di ieri sera sul blog non viene citato Pirondini: per ora, insomma, Beppe Grillo sembra smarcarsi dal “suo” candidato. E non a caso, da ieri, Pirondini è rimasto in silenzio e non ha partecipato a un dibattito su Primocanale previsto in serata. Il secondo indizio riguarda una situazione simile già capitata ai 5 Stelle: nel 2014, il Movimento non partecipò alle elezioni regionali in Sardegna a causa di scontri interni tra le liste degli attivisti. Il 7 gennaio 2014, Grillo scriveva sul blog: “Il M5S non è a caccia di poltrone e la partecipazione a una competizione regionale non è obbligatoria”. E lo stesso ragionamento potrebbe applicarsi a un capoluogo, anche se simbolico come Genova.