m5s dissidentiAltri dieci parlamentari hanno lasciato il Movimento 5 Stelle. L’annuncio ufficiale, dovuto a un’ennesima ondata di malumori all’interno del partito, è stato dato in conferenza stampa alla Camera nella mattinata di martedì 27 gennaio. I fuoriusciti, che fanno parte dei dissidenti storici, sono i deputati Tancredi Turco, Walter Rizzetto, Mara Mucci, Aris Prodani, Samuele Segoni, Eleonora Bechis, Marco Baldassarre, Sebastiano Barbanti, Gessica Rostellato e il senatore Francesco Molinari. I nove deputati si uniranno agli altri ex grillini in una componente autonoma del gruppo Misto, che prenderà il nome di “Alternativa Libera”. «Vogliamo essere chiamati Alternativa Libera perché siamo un cantiere aperto», ha detto la deputata Mara Mucci, «Il nostro gruppo sarà aperto, inclusivo e orizzontale, un cantiere aperto per un progetto di cambiamento che possa offrire un’alternativa libera».

Le ragioni principali di quest’ennesima diaspora pentastellata sono state chiarite dai dieci in conferenza stampa. «Noi diciamo no a un direttorio nominato dall’alto e che sceglie per tutti», ha tuonato Gessica Rostellato, «Nel movimento si sono negati il dibattito e il pluralismo, il blog ha ratificato decisioni già prese». «Noi vogliamo cambiare l’Italia e farlo con coerenza e responsabilità. Noi per questo lavoriamo», aggiunge Mucci, «Il Movimento è nato per cambiare le cose e per questo oggi abbiamo rassegnato le dimissioni dal gruppo. Tra non capire e rimanere in silenzio abbiamo scelto di ribellarci ancora una volta».

Tra le cause della rottura bisogna guardare soprattutto alla posizione assunta nei giorni scorsi dal Movimento in vista del voto per il Quirinale. «Fateci voi una rosa di nomi e noi la voteremo nei primi tre scrutini», avevano scritto i leader del M5s Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio in una lettera inviata a tutti i parlamentari del Partito Democratico, «I nomi proposti dai parlamentari del Pd saranno votati dagli iscritti al M5s online nei prossimi giorni». A molti però questo modus operandi non è piaciuto. «Del sogno originario non resta più nulla, ci hanno rubato anche le Quirinarie», ha twittato il 26 gennaio il senatore Francesco Molinari in riferimento alla votazione in Rete.

Anche gli ex parlamentari del Movimento 5 Stelle parteciperanno alle consultazioni per l’elezione del presidente della Repubblica, che avranno luogo nella stessa giornata di martedì 27 gennaio al Nazareno (la sede del Partito Democratico). Lo ha annunciato il vice segretario pd, Lorenzo Guerini, specificando che l’appuntamento è previsto per le 21. «Non scenderemo a compromessi con nessuno», sottolinea Walter Rizzetto, «perché l’elezione del Presidente della Repubblica è la più importante dei prossimi sette anni. Il nome che eventualmente uscirà da queste cosiddette ‘consultazioni’ deve essere di specchiata moralità e deve essere garante, non un nome di questi che circola nelle ultime ore. Meno giochetti possibili e meno tatticismi».

Luigi Di Maio, componente del ‘direttorio’ M5s e vicepresidente della Camera, ha commentato duramente la fuoriuscita dei dieci a Radio 24. «Ormai in questo momento, legata alla Presidenza della Repubblica, c’è in corso una campagna acquisti. Evidentemente o c’è qualcuno che sa comprare bene o qualcuno che si vende per poco afferma Di Maio- Dal mio punto di vista, io credo che il M5s possa fare a meno di persone che preferiscono tradire il mandato elettorale piuttosto che portare avanti una battaglia di coerenza e onestà come quella che stiamo portando avanti da due anni ormai».

Il numero dei parlamentari pentastellati da due anni a questa parte è in continua diminuzione. Dei 54 deputati del febbraio 2013 se ne sono andati già in diciotto, mentre diciannove sono i fuoriusciti tra i 137 senatori originari.

 

Andrea de Cesco